Nel 2020, il 54% dei romani ha utilizzato la propria vettura per percorrere non più di 6 km al giorno e il 58% di loro l’ha impiegata per viaggi che non superano più dei 15 minuti di percorrenza.
È quanto emerge da uno studio Datamobility che, prendendo in esame i dati delle scatole nere delle compagnie assicurative installate a bordo delle vetture, ha analizzato le abitudini di viaggio dei cittadini romani negli ultimi due anni.
Un dato che, considerando le stime di Isfort, Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti in Italia, è oltre la soglia: il 60% degli spostamenti abituali nella penisola si tiene infatti sotto i 5 km. Tranne a Roma.
A confermare questo massiccio utilizzo delle auto è anche il Rapporto Mobilità di Roma del 2019, per cui la Capitale sarebbe il secondo capoluogo per tasso di motorizzazione delle auto, terz’ultima per i motocicli. A Roma si contano infatti 616 veicoli ogni 1.000 abitanti: ogni residente sul suolo capitolino ha almeno un veicolo.
Ma perché si preferiscono le auto nella Capitale? Sulle motivazioni per cui gli utenti preferiscono l’utilizzo del mezzo privato, c’è la percezione che i mezzi pubblici, gestiti al 72% da Atac, siano inaffidabili, come riporta il report.
Secondo le indagini però, il problema della mobilità romana, come in molte città italiane, sono invece le auto: troppe per numero di cittadini, usate per tragitti minimi, brevi e che potrebbero essere compensati dal car sharing o dalla mobilità sostenibile.
Stando ai dati del rapporto, al 2018 si contano infatti su Roma circa 1,76 milioni di autovetture e 388mila motocicli, utilizzate dal 53% degli utenti per spostamenti all’interno di uno stesso municipio, per tragitti di non lunga percorrenza: il 55% di questi sono infatti per meno di mezz’ora di tempo.