Alle soglie dei cinque anni dalla pubblicazione dei nuovi Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2017, la questione delle protesi acustiche digitali per non udenti è ormai diventata urgente.
Il Movimento Lis Subito insieme alla Associazione Luca Coscioni, ha scritto una lettera al ministro della disabilità Erika Stefani:
“Le rappresento quanto segue: il DPCM del 12 gennaio 2017, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.65 del 18 marzo 2017, prevede la fornitura di protesi acustiche digitali per le persone sorde, a superamento dei vecchi LEA del 1999 che prevedevano la fornitura di protesi acustiche esclusivamente di tipo analogico, una tecnologia ormai obsoleta e non più utilizzabile.
Ma a tutt’oggi, ad oltre quattro anni dalla loro approvazione, non è stata fatta alcuna circolare attuativa per la applicazione dei nuovi LEA del 2017 e si continua a utilizzare il decreto ministeriale n. 332 del 27 agosto 1999 che non prevede le protesi digitali.
A causa di un vuoto normativo le ASL continuano ad applicare il vecchio nomenclatore tariffario del 1999, tale mancanza consente alle ASL di non rimborsare integralmente le protesi acustiche digitali. Infatti, ad oggi, sulla base del DM 332/99 le Asl riconoscono la somma di Euro 1.488,12 euro per l’acquisto delle protesi acustiche a fronte di un prezzo notevolmente maggiore, costringendo gli utenti a dover pagare cospicue differenze (da 1.500 a 6.000 euro) tra il valore attuale delle protesi e le tariffe dei LEA del 1999 delle protesi analogiche (1.488,12 euro).
Le protesi acustiche digitali permettono una piena integrazione sociale delle persone sorde e tale mancanza si ripercuote gravemente sull’integrazione sociale delle persone con disabilità uditiva e non si comprendono i motivi per cui da oltre quattro anni dalla approvazione di questi nuovi LEA questo non sia ancora avvenuto. Di conseguenza, si impedisce ai sordi, soprattutto a quelli meno abbienti, ad avere una protesi acustica digitale”.