Sarà Mario Draghi il nuovo presidente della Repubblica e verrà eletto alla quarta votazione; con tutta probabilità. Questo in Parlamento lo hanno sempre saputo e del resto non c’erano alternative fin dall’inizio. Con la fiducia al governo tecnico del 13 febbraio 2021, Camera e Senato di fatto firmavano per l’acquisto completo del pacchetto ben confezionato da Sergio Mattarella: Draghi prima presidente del Consiglio e poi Capo dello Stato.
Lo stallo ora è causato dall’incertezza che attraversa tutti i partiti sulla composizione del prossimo esecutivo. A confermarlo ora a Labparlamento c’è una fonte interna che invita a riflettere: “ma secondo voi, nel momento in cui Mattarella ha consegnato il Paese nelle mani di Draghi, non ha pensato anche al suo successore al Quirinale? Mario andrà al Colle e tutti dovranno farsene una ragione, la stessa che lo ha portato a Palazzo Chigi”.
In effetti è la scelta più semplice e la più utile per tutti a cominciare dall’ex presidente della Bce, che non dovrebbe avere poi tante difficoltà a convincere l’Aula di votarlo. In ballo ci sono troppo questioni che non possono rimanere aperte come i fondi del Pnrr che rischiano davvero di non essere utilizzati. Draghi ha la possibilità – e questo Matterella non poteva non prevederlo – di essere garante sì della Costituzione ma con un occhio vigile sulla condotta del Governo. In poche parole un “garante di parte” necessario a portare il Paese fuori dall’emergenza.
Per la maggioranza, compreso il Movimento stelle, è la soluzione ideale senza andare a cercare una personalità, al momento difficile da reperire, che potrebbe minare i già delicati rapporti interni. Forza Italia e Lega si sono già convinti che sarà meglio avere Mario Draghi per altri sette anni, evitando di correre il rischio di perderlo da subito.
Fratelli d’Italia? Ci sarà tempo, tra sette anni, di individuare una figura davvero di alto profilo che al momento, obiettivamente non si trova.