“L’Italia e la politica italiana perdono un pioniere, in tutti i sensi. Nella sua ultima riflessione scrive che la separazione delle carriere sarebbe un fatto di civiltà giuridica”. Commenta così la scomparsa dell’ex ministro Antonio Martino, il Presidente del Partito Europei Liberali (Pel) Francesco Patamia che osserva: “C’è rammarico, tanto per la persona quanto per il personaggio, perché il prof. Martino è stato un punto di riferimento sostanziale per strategie politiche e idee innovative. Non solo il pensiero corre all’avvio della stagione di Forza Italia, ma ad una serie di spunti programmatici che seppe offrire alla politica italiana impegnata nella ricostruzione post Prima Repubblica, su cui proprio negli ultimi mesi avevamo avviato un progetto editoriale comune”.
Come scritto nell’ultima riflessione dell’ex ministro, contenuta in un libro di Patamia, intitolato ‘Un progetto liberale per l’Italia’ (Rubbettino ed.) che uscirà a giorni, la separazione delle carriere sarebbe un fatto di ‘civiltà giuridica’. Martino osserva che ‘in tutti i paesi civili del mondo il Pubblico Ministero è un avvocato, spesso è un avvocato come quello difensore proveniente dallo stesso studio legale. In Inghilterra è così: è una parte. Il Pm non è terzo, non deve essere un magistrato, ma la parte che rappresenta l’interesse dello Stato. Ovvero è sempre una parte. Quindi la separazione delle carriere è importantissima, ma non vedo come e quando si riuscirà a realizzarla perché il blocco di ferro dei magistrati contro questa necessaria e irrinunciabile riforma ne impedirà, ancora per molto tempo, la oggettivizzazione’.
“Parole – conclude Patamia – che sono una cornice esatta del suo alto pensiero”.