Il nostro premier è rientrato frettolosamente a Roma, abbandonando il vertice NATO più importante della storia perché si agitavano fantasmi di crisi di governo. Così, mentre il mondo libero partecipava al resto del Mondo la restaurazione delle democrazie come potenza unica militare ed economica, ribadendo la centralità dell’Atlantico anche in questo terzo millennio, Mario Draghi doveva tornare a Roma a palesare che questo governo è l’unico possibile e fuori da questa unità nazionale posticcia e rabberciata c’è solo la tornata elettorale anticipata di ottobre.
La politica, quindi, si è di nuovo piegata alla propria consapevolezza di insipienza di fronte all’unico verbo dell’uomo forte e rappresentativo (perché credibile a livello internazionale). Quindici milioni di italiani stanno faticando oltremodo a sopravvivere e per molti altri la prospettiva è di un lavoro da poveri senza speranza e senza futuro ed i nostri rappresentanti strapagati e privilegiati pensano a beghe cialtrone di potere.
Movimenti politici ridotti ad ectoplasmi del consenso irresponsabili e consapevoli che il sole sta tramontando per sempre si agitano per sostenere proposte e idee già in necrosi da tempo. Altri con un consenso ancora rilevabile in termini percentuali – comunque minoritario rispetto al partito di maggioranza dell’astensione – si affannano ad accapigliarsi su ius scholae e libertà per la cannabis. Intanto l’ondata di calore sta condannando la nostra agricoltura ed industria al fallimento, presto sarà necessario scegliere a chi tagliare l’acqua o la corrente.
Mario Draghi in conferenza stampa dopo un CDM che ha dato la solita ricetta di palliativi, curando con l’aspirina la setticemia della crisi italiana, ha sfoggiando un sorriso più amaro del solito, commentando le tensioni tra lui ed un partito di governo. Per gli italiani sembra di assistere ad uno spettacolo del circo delle pulci, mentre intorno tutto precipita inesorabilmente verso la stagflazione che è inutile paragonare con ciò che la storia ricorda di crisi passate.
Il Pnrr è rimasto solo nei depliant delle agenzie di promozione, fatto è che presto mancherà tutta una serie di generi alimentari e se non mancherà del tutto avrà prezzi tali da uscire dal carrello della spesa della maggioranza degli italiani.
Acqua, corrente e gas potrebbero essere razionati a breve, con conseguenze disastrose per chi già oggi occupa i gradini più bassi nella scala del reddito. Mario Draghi non ha nessuna possibilità di invertire un tale trend, può provare a spostare le virgole ma il risultato è destinato a non cambiare.
Non è stato posto in atto nessun programma di politica economica, nessuna politica del lavoro, l’unico scopo è gestire il declino, fino a fine legislatura, sperando che qualcosa cambi.
Accorerebbe un approccio non politicamente corretto a questa economia di guerra, inflazione e gap tecnologico, il rispetto delle politiche di bilancio degli ultimi venti anni si è rivelato inutile e sbagliato.
Ostinarsi a dare retta alle politiche europee più che un suicidio è da masochisti. Quando non ci sarà più il gas la massaia tedesca non potrà cucinare i crauti e quella italiana gli spaghetti, vedremo allora che valore avrà lo spread tra BTP e BUND. Alla guerra delle chiacchiere la nostra politica ha saldamente il primo posto, peccato che di chiacchiere non ce ne possiamo più permettere.