In questi giorni la nostra penisola è attraversata da un caldo record, con temperature che arrivano a toccare i 40 gradi. Picchi di calore così elevati hanno un effetto sulle funzioni cognitive, che sono rese meno efficienti e favoriscono i comportamenti aggressivi durante la giornata.
L’espressione “il caldo dà alla testa” è l’esempio più emblematico e viene spesso pronunciata di fronte ad atteggiamenti troppo irruenti. Anche se pronunciata in tono goliardico, questa espressione riporta una condizione confermata dagli studi scientifici: infatti le alte temperature hanno un impatto negativo sul nostro funzionamento cognitivo e, di riflesso, anche sul nostro comportamento, rendendoci così più aggressivi.
Con l’arrivo del gran caldo, il corpo è costretto a spendere molte energie (sotto forma di glucosio) per mantenere la temperatura omeostatica interna in un range salutare, sottraendo così carburante al nostro cervello e rendendo di fatto meno efficienti le varie funzioni cognitive: diventiamo perciò meno abili nel riflettere, nel collegare le idee per poter effettuare un ragionamento, nel mantenere per un certo tempo la concentrazione, ma si rilevano dei deficit anche nella capacità di prendere decisioni e di orientarci nello spazio intorno. I riflessi appaiono più lenti con tutti i rischi che ne conseguono nell’ambito della guida.
Non solo. La tanto utilizzata aria condizionata, spesso invocata ai primi accenni di caldo, dovrebbe comunque essere usata con criterio, difatti gli sbalzi di temperatura repentini, che possiamo riscontrare entrando in un qualsiasi edificio, influenzano la produzione di ormoni provocando nervosismo, difficoltà del sonno, agitazione e sintomi riconducibili a stati ansiosi.
Le statistiche hanno osservato che, nei mesi con le temperature più calde si registra un incremento nella frequenza di omicidi, violenze domestiche ed abuso di sostanze.
L’eccessivo caldo, potrebbe portare ad una stimolazione della produzione di adrenalina da parte dell’organismo, il quale tenterebbe, in questo modo, di normalizzare la propria temperatura.
Inoltre, il caldo intacca il nostro benessere psicofisico anche in modo indiretto: le notti passate a rigirarsi nel letto a causa delle temperature elevate provocano una minore qualità del sonno, il quale causa stress ed irritabilità nelle ore diurne, con conseguente alterazione dei ritmi biologici del sonno e della veglia, favorendo stanchezza e spossatezza.
Ci sentiamo così più stanchi, meno motivati e nel contesto, più lenti. I soggetti che soffrono di stati ansiosi e/o di attacchi di panico possono andare incontro, con il caldo intenso, ad un’accentuazione dei sintomi lamentati.
Il caldo, provoca tachicardia e sudorazione, sintomi simili e a volte ricondotti a quelli tipici dell’ansia. Il calo della pressione dovuto alle torride circostanze, procura un senso di agitazione psichicofisica e di confusione mentale.
Esistono dei consigli per cercare di affrontare al meglio questo periodo, in modo da contrastare l’effetto delle torride temperature sulla psiche e sul nostro organismo, aiutando a mantenere un certo equilibrio:
Importante è cercare di mantenere un buon ciclo sonno veglia, cercando di riposare in una stanza fresca ed aerata e senza fare eccessivamente tardi per troppi giorni di seguito;
Evitare gli alcolici, soprattutto nelle ore più calde e poco prima di coricarsi;
Seguire una corretta idratazione, consumando almeno 2 litri di acqua al giorno;
Optare per un’alimentazione fresca, composta da pasti leggeri, con frutta e verdura.
Inoltre, è fortemente sconsigliato, se non per questioni di massima urgenza, uscire dalla propria abitazione nelle ore più calde, evitando così di esporsi alle torride temperature estive. Qualora non fosse possibile è preferibile transitare in luoghi ombreggiati o comunque al riparo dal sole diretto.