“In modo anacronistico, il ministero della Difesa nei bandi di concorso chiede ancora alle donne il test di gravidanza, anche per la partecipazione a concorsi interni della durata di poche settimane, considerandolo alla stregua di una malattia invalidante”. La denuncia arriva da Gina Perotti, Segretario Nazionale dell’Unione Sindacale Italiana Carabinieri (USIC) e responsabile del Dipartimento delle Pari Opportunità.
“Inutile sottolineare che, oltre ad essere discriminante, richiedere un test di gravidanza per poter accedere ad una procedura di selezione per un concorso interno o esterno rendendolo addirittura determinante per l’ammissione e/o il superamento del medesimo, è folle”.
“La donna militare, alla stregua delle donne lavoratrici, ha l’obbligo di comunicare tempestivamente al proprio datore di lavoro l’eventuale stato di gravidanza nel momento in cui ne viene a conoscenza. L’amministrazione può comunque tutelarsi richiedendo una semplice autodichiarazione, come avviene in ambito sanitario quando si ha necessità di fare accertamenti. Considerando l’inopportunità di richiedere il test di gravidanza e ribadendo la necessità di eliminare la richiesta – conclude Perotti – si ricorda che è esclusivo interesse della donna e quindi della militare, conoscere il proprio stato di gravidanza e prendere decisioni in merito alla propria salute e alla eventuale scelta di maternità”.
*Comunicato Stampa Usic