La pandemia COVID-19 ha progressivamente aumentato la consapevolezza sociale che un sistema sanitario pubblico, equo e universalistico rappresenta un caposaldo della nostra democrazia. “Se tuttavia inizialmente tutte le forze politiche convergevano sulla necessità di rilanciare adeguatamente il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – con la fine dell’emergenza la sanità è “rientrata nei ranghi”, finendo di nuovo relegata ai margini dell’agenda politica”.
Di fatto, le criticità rilevate nel 2019 dal 4° Rapporto GIMBE sul Servizio Sanitario Nazionale sono ancora lontane dall’essere risolte e la pandemia, oltre a non aver mollato la presa, inizia a far vedere i suoi effetti a medio-lungo termine: ritardo nell’erogazione di prestazioni sanitarie, impatto del long-COVID, conseguenze sulla salute mentale, depauperamento e demotivazione del personale.
“Tra gestione della pandemia, attuazione del PNRR, necessità di riforme strutturali, recupero delle prestazioni sanitarie e gestione ordinaria di oltre € 130 miliardi di spesa pubblica – spiega il Presidente – la prossima legislatura sarà determinante per il destino del SSN: per questo è indispensabile rimettere la sanità al centro dall’agenda di Governo a prescindere dall’esito delle urne, perché il diritto costituzionale alla tutela della salute non può essere ostaggio di ideologie partitiche. Per tali ragioni, abbiamo ripetuto l’esperienza del 2018, realizzando un’analisi indipendente dei programmi elettorali sulle proposte relative a sanità, assistenza socio-sanitaria e ricerca biomedica”.
Pandemia COVID-19 e campagna vaccinale. Le proposte sulla gestione della pandemia riguardano interventi parziali: la coalizione di centrodestra punta su comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturali. Azione-Italia Viva su sanificazione ambientale, percorsi pandemic-free ed equipaggiamenti per le ambulanze; il Partito Democratico sui sistemi di aerazione. Per prepararsi a future emergenze sanitarie +Europa e Azione-Italia Viva propongono un’Agenzia nazionale di coordinamento e la coalizione di centrodestra di aggiornare i piani pandemici. “Di fatto – commenta Cartabellotta – la gestione della pandemia e della campagna vaccinale rimangono ai margini delle proposte elettorali, nonostante gli organismi internazionali di sanità pubblica suggeriscano a tutti i Governi di predisporre piani di preparedness per il prossimo autunno-inverno”.
Su pandemia e campagna vaccinale, invece, una pioggia di proposte da numerosi partiti minori e da Italexit per lo più in contrasto con il principio di tutela della salute pubblica: stop a obbligo vaccinale e green-pass, annullamento/risarcimento delle sanzioni amministrative, indennizzi per danni correlati alla vaccinazione, reintegro/risarcimento per i lavoratori sospesi, abolizione dello scudo penale per i medici vaccinatori, oltre all’istituzione di una commissione di inchiesta senza dettagli su metodi di indagine e composizione.
Governance Stato-Regioni. Posizioni molto differenti che spaziano tra il ritorno alla gestione centrale della Sanità (Movimento 5 Stelle), all’estensione dei poteri esclusivi dello Stato (+Europa, Azione-Italia Viva) sino all’attuazione del regionalismo differenziato (coalizione di centrodestra), proposto anche dal Partito Democratico, previa definizione di alcune garanzie. Alleanza Verdi e Sinistra, invece, vuole “espellere” la sanità dall’autonomia regionale differenziata. “Seppur con differente enfasi – commenta Cartabellotta – il regionalismo differenziato appare dunque un obiettivo condiviso tra centrodestra e centrosinistra”.
Finanziamento pubblico del SSN. Da +Europa, Azione-Italia Viva, Unione Popolare la proposta di allinearlo alla media dei paesi europei, da ItalExit e Partito Democratico quella di un generico rilancio e da Alleanza Verdi e Sinistra un piano straordinario di investimenti pubblici per l’ammodernamento strutturale e tecnologico della sanità pubblica. Azione-Italia Viva propone di accedere al MES. “Alle forze politiche che intendono rilanciare i fondi per la sanità – commenta Cartabellotta – utile ribadire che bisognerà invertire la tendenza sulla spesa sanitaria nel DEF, visto che nell’attuale documento il rapporto spesa sanitaria/PIL decresce sino al 2025 toccando il 6,2%, ovvero al di sotto dei livelli pre-pandemia”.
«A fronte delle complesse sfide sulla sanità pubblica che attendono il nuovo Esecutivo – conclude Cartabellotta – il nostro monitoraggio indipendente restituisce un quadro decisamente deludente. Se da un lato alcune tematiche (riforma della sanità territoriale, potenziamento del personale sanitario, superamento delle liste di attesa) sono comuni alle principali coalizioni e schieramenti politici, dall’altro per la combinazione di ideologie partitiche, scarsa attenzione per la sanità e limitata visione di sistema, le proposte sono frammentate, spesso strumentali, non sempre coerenti e senza alcuna valutazione dell’impatto economico. E, cosa ancora più inquietante, nessuna forza politica ha elaborato un adeguato piano di rilancio per la sanità pubblica, coerente con gli investimenti e le riforme del PNRR, in grado di contrastare la privatizzazione al fine di garantire a tutti i cittadini il diritto costituzionale alla tutela del nostro bene più prezioso: la salute».
Il report “Elezioni Politiche 2022. Monitoraggio indipendente dei programmi elettorali: sanità e ricerca biomedica” è disponibile a: www.gimbe.org/elezioni2022