Un incremento del 40% dell’anidride carbonica nell’atmosfera, insieme ad altri gas serra, ha portato finora ad un aumento della temperatura media globale di 1°C rispetto ai livelli preindustriali. Per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C (e il conseguente impatto negativo del cambiamento climatico sulle persone), le emissioni nette di gas nell’aria dovranno raggiungere il livello “zero” entro il 2050 circa. Nel prossimo decennio, dunque, si giocherà il futuro climatico del globo e finalizzata a ridurre quanto più le emissioni di carbonio.
Se da qualche tempo l’umanità ha preso coscienza del fatto che anche Internet rappresenta uno strumento ad alto impatto ambientale, dall’altro non si riesce ancora a comprendere se il fenomeno del “digital pollution” sia destinato a stabilizzarsi o – peggio – ad aumentare di dimensioni, con un impatto deleterio sull’ecosistema.
Secondo le stime maggiormente accreditate riportate da , entro il 2025 il mondo digitale sarà causa del 5,5% delle emissioni globali, cosa che faceva preoccupare l’allora ministro della transizione ecologica del Governo guidato da Mario Draghi Roberto Cingolani che, parlando a migliaia di studenti, li metteva così in guardia: “Quando mandate delle inutili fotografie, qualcuno le paga e hanno un impatto molto maggiore di quel che pensate“.
Tutto ciò che ruota intorno al mondo del web, infatti, è inquinante: un solo smartphone, secondo quanto riportato su LaPresse da Alice Scialoja e Federico Finocchi, tra chiamate e sms, se usato una sola ora al giorno inquina in un anno quanto un volo Milano-New York, ovvero 1,25 tonnellate di Co2.
Alcuni studi sulle politiche della Royal Society hanno messo in luce il potenziale inquinante di potenti tecnologie digitali, come l’apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale. Secondo le rilevazioni dell’istituto britannico, il digitale è responsabile dell’emissione di gas serra per una quota che va dall’1,4% al 5,9%, ma non solo. Tali studi hanno identificato le condizioni necessarie per supportare l’implementazione sicura e rapida della tecnologia, le forme di governance dell’uso dei dati necessarie per creare un ambiente di attenta gestione e il ruolo che la tecnologia può svolgere nell’aiutare ad affrontare le sfide della governance.
“Se fosse considerato alla stregua di una nazione” ha spiegato Ale Agostini, amministratore del sito AvantGrade.com su diverse testate – “il web sarebbe il quarto Paese al mondo per emissioni di Co2 prodotte. Un dato peraltro sottostimato perché negli ultimi due anni l’uso delle tecnologie digitali è ulteriormente aumentato. Secondo la stima riportata nel suo libro da Bill Gates sono emesse complessivamente ogni anno 51 miliardi di tonnellate di Co2, di cui il 27% è prodotto dal settore elettrico, che è quello che adoperiamo per le nostre connessioni. Senza interrogarci però sulle fonti energetiche adoperate per produrre questa energia. Per questo – quando si crea un sito web occorre domandarsi quanto inquina”.