Il Parlamento europeo, il 15 marzo scorso, ha dato il via libera alla cosiddetta “direttiva sulle case green”per l’efficienza energetica degli edifici in tutta Europa. Tale direttiva prevede che entro il 2033 gli edifici residenziali dovranno essere ristrutturati in modo da essere adeguati almeno alla classe energetica D. Tecnocasa ha pubblicato gli ultimi dati diffusi dalla banca dati Enea i quali evidenziano che il 61% del patrimonio immobiliare italiano ricade nelle classi G ed F.
L’attuale Attestato di prestazione energetica (APE), ossia il documento che certifica la classe energetica di appartenenza dell’immobile, è stato introdotto in Italia con il Decreto Legge 63/2013 – convertito poi dalla legge 90/2013. La classe energetica viene appunto identificata con una lettera, la quale indica una posizione all’interno di una scala che va da A4 a G, dove A4 rappresenta oggi il massimo livello di efficienza e G le peggiori prestazioni energetiche. L’APE contiene dunque tutte le informazioni relative ai consumi energetici di un immobile, nonché gli eventuali interventi da effettuare per migliorarne le prestazioni.
La validità del documento è di 10 anni, salvo interventi in grado di influenzare le prestazioni energetiche dell’immobile. In tal caso, dovrà essere redatto un nuovo attestato. La redazione dell’APE viene effettuata da un certificatore ossia un tecnico abilitato alla progettazione di edifici e impianti regolarmente iscritto al proprio collegio professionale: un architetto, un ingegnere o un geometra iscritto all’Albo dei Certificatori Energetici della regione in cui svolge la sua attività.
L’APE è obbligatoria sia per la compravendita che per la locazione degli immobili. Per tale motivo, secondo il D.M. 26/06/2015, l’attestato deve essere sempre allegato ai contratti di compravendita o di locazione.
Per la Legge 90/2013, l’attestato di prestazione energetica è obbligatorio anche in caso di donazione di un immobile ad un familiare, di pubblicazione di un annuncio immobiliare di ristrutturazione di più del 25% della superficie dell’immobile; di interventi di riqualificazione energetica e di richiesta di permesso per costruire un nuovo immobile. L’attestato non è invece obbligatorio se si affitta o si vende un immobile per il quale esiste già un attestato APE in corso di validità e non sono state effettuate modifiche all’edificio.
In base alle analisi condotte dall’Ufficio Studi Tecnocasa sulle compravendite realizzate dalle agenzie del Gruppo nell’ultimo anno emerge che il 58% di esse hanno avuto per oggetto un immobile in classe G; percentuale che non è cambiata molto nel tempo, proprio alla luce della vetustà del patrimonio immobiliare italiano.
Le compravendite nelle classi più performanti, A e B, sono pari rispettivamente a 4,2% e 2,6%; in queste classi ricadono soprattutto le nuove costruzioni. Rispetto a un anno fa c’è un calo della percentuale di compravendite nelle classi più elevate, molto probabilmente a causa delle minori compravendite che hanno interessato le nuove costruzioni, in particolare nella seconda parte del 2022 (-3,7% secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate).
Di conseguenza, nel 2022, si assiste ad un aumento delle percentuali di compravendite nelle classi energetiche più basse e in particolare nella F che sale al 14,6%, rispetto al 13,7% dell’anno precedente. Anche a livello di locazione il quadro cambia poco visto che la classe G, la meno efficiente, è la più affittata in Italia, con il 54,6% (nel 2021 era al 58,2%). Per quanto riguarda le locazioni la classe A evidenzia percentuali di affitto in aumento nel 2022, portandosi al 2,3% rispetto all’1,6% del 2021. Sostanziale stabilità per la classe B, mentre crescono tutte le altre.