Siamo entrati nell’anno “bianco”. E si guarda ai tempi della politica. Il caso “prorogatio”
Comincia l’“anno bianco” in vista del rinnovo del collegio dell’Autorità per l’Energia riportato da cinque a tre commissari dal decreto “Salva Italia” del 2011.
Gli attuali componenti (il presidente, Guido Bortoni, Alberto Biancardi, Rocco Colicchio e Valeria Termini; Luigi Carbone ha lasciato a fine 2015) scadono a metà febbraio 2018. Tuttavia, il complesso iter di nomina, specie con i passaggi parlamentari che richiedono maggioranze dei due terzi (quindi bipartisan), consiglia di partire per tempo (non più tardi di settembre-ottobre).
La confusione insorta con il precedente rinnovo, spinge del resto ad evitare un secondo “caso” per una istituzione la cui importanza (energia, acqua e in arrivo i rifiuti) appare decisiva per settori strategici che non possono restare senza una regolazione nei pieni poteri. Per la cronaca, Alessandro Ortis e Tullio Fanelli (il collegio all’inizio era completato da Fabio Pistella) fu “costretto” a mettere a punto una laboriosa e innovativa “prorogatio” (la legge istitutiva n. 481/95 nulla prevedeva al riguardo) che alla fine consentì di gestire in maniera trasparente il delicato transitorio tra dicembre 2010 e febbraio 2011.
Anche in questo caso, molto dipenderà dalla fine anticipata o meno della legislatura. Se infatti si andasse a votare a giugno, il nuovo Governo e il Parlamento ricostituito avrebbero il tempo – quantomeno sulla carta – per fare fronte all’impegno. Qualche problema invece si avrebbe in caso di voto in autunno o, peggio, a scadenza naturale della legislatura qualora l’esecutivo non si attivasse in anticipo oppure varasse “terne” non condivise: in questo caso, il rinnovo del collegio potrebbe cadere proprio nell’imminenza dello scioglimento delle Camere.
Quanto al merito, come si può facilmente immaginare ci sono già sul tavolo della Presidenza del Consiglio, ancora ufficiosamente, alcune ipotesi di candidatura. L’incertezza della situazione politica tuttavia rende evidente la necessità di attenderne gli sviluppi più concreti per avere un quadro più chiaro.
Di certo comunque l’attuale presidente, Guido Bortoni, è destinato a rientrare nei ranghi dello stesso regolatore da cui proviene (situazione, questa, del tutto inedita nella storia dell’Autorità). Mentre Biancardi tornerebbe al Gse e Termini ai suoi incarichi universitari.
La normativa prevede che, per almeno due anni dalla cessazione dell’incarico, i componenti delle Autorita’ non possono intrattenere, direttamente o indirettamente, rapporti di collaborazione, di consulenza o di impiego con le imprese operanti nel settore di competenza.