La Cyberspace Administration of China, ossia l’ente che supervisiona il digitale in Cina, ha dato il via libera ad alcune aziende nazionali per portare avanti i loro progetti nel settore – secondo quanto riportato da Wired – per competere con i colossi come Microsoft e OpenAI. Baidu, il rivale cinese di Google, ha annunciato che dal 31 agosto renderà disponibile al pubblico il suo Ernie Bot, il chatbot rivale di ChatGpt. Prossimamente è previsto il lancio di nuove applicazioni che consentiranno agli utenti di “sperimentare appieno le quattro abilità principali dell’intelligenza artificiale generativa: comprensione, generazione, ragionamento e memoria”.
Di conseguenza le azioni del gruppo cinese quotato a Hong Kong sono cresciute del 2% (Fonte: MF). Per gli analisti, infatti, il lancio di Ernie Bot segna un punto a favore di Pechino a fronte delle restrizioni imposte da Washington alle imprese cinesi che operano nei settori tecnologici (definito anche “Bullismo tecnologico”).
Infatti, il 9 agosto scorso, il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha emesso un Executive Order on Addressing United States Investments in Certain National Security Technologies and Products in Countries of Concern) limitando specifici investimenti statunitensi in imprese cinesi che operano in settori tecnologici sensibili come i chip dei computer. L’Ordine Esecutivo stabilisce inoltre che è necessario avvisare il governo quando si effettuano tali investimenti.
La Cina ha risposto con l’entrata in vigore di un regolamento provvisorio per il controllo dei servizi di AI generativi, ovvero di tratta di regole piuttosto moderate da parte delle autorità, per non limitare la ricerca in un campo in cui la concorrenza americana è agguerritissima.
In Europa la strategia sull’ intelligenza artificiale è orientata a una cooperazione tra i Paesi, per favorire lo sviluppo tecnologico attraverso intervento dei governi che comprenda anche accesso ai dati pubblici e supporto al settore con investimenti, nel contempo incentivando il confronto su regole di salvaguarda degli esseri umani, con un focus sull’impatto di tali tecnologie sul mercato del lavoro.
Ad aprile 2021 è stata presentata la proposta di AI Act, ossia il regolamento volto a disciplinare i sistemi di intelligenza artificiale, primo atto normativo di questo genere nel mondo.
Il 14 giugno 2023 il Parlamento europeo ha approvato la sua posizione negoziale sull’Artificial Intelligence Act, il progetto di normativa sull’intelligenza artificiale proposto dalla Commissione europea nell’aprile del 2021. Successivamente inizieranno i negoziati con i Paesi dell’UE in Consiglio per la stesura finale della legge. L’obiettivo è quello di raggiungere un accordo entro la fine di quest’anno.