Luci e ombre sul commercio estero dell’Italia. I dati diffusi oggi dall’Istat forniscono un quadro leggermente positivo sul fronte del commercio estero: a dicembre 2023 si stima un aumento congiunturale delle esportazioni (+1,2%) e una riduzione delle importazioni (-1,9%), rispetto al mese precedente.
Nel quarto trimestre 2023, rispetto al terzo trimestre 2023, l’export cresce dell’1,4%, l’import dello 0,9%. L a crescita dei valori medi unitari è pari al 5,3% a fronte di una riduzione dei volumi (-5,1%) ed è sintesi di tendenze opposte per le due aree: Ue (-2,3%) ed extra-Ue (+2,5%). Per l’import, la flessione in valore nel 2023 (-10,4%) è dovuta ai minori acquisti di energia e beni intermedi. Il 2023 si chiude con un avanzo commerciale di 34,5 miliardi di euro, rispetto a un disavanzo di -34 miliardi dell’anno precedente.
Tuttavia su base annua a dicembre 2023, l’export è diminuito del 7,8% in termini monetari (era -4,2% a novembre) e del 10,3% in volume. La flessione dell’export in valore è più ampia per i mercati Ue (-8,8%) rispetto a quelli extra-Ue (-7,0%). L’import registra una flessione tendenziale del 17,6% in valore, sintesi di una più marcata contrazione per l’area extra Ue (-26,7%) rispetto a quella Ue (-9,8%); in volume, si riduce del 5,3%.
Nel 2023, secondo i dati comunicati dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’Italia ha esportato beni per 626,2 miliardi di euro. “Le aziende italiane aumentano il loro potere di mercato, sfidando le incertezze dei mercati internazionali e occupando nuovi spazi nei mercati in crescita”, si legge nel comunicato della Farnesina. Al riguardo Il ministro Antonio Tajani ha dichiarato che “L’economia italiana si dimostra solida anche in un contesto internazionale molto difficile”. La stima del saldo commerciale a dicembre 2023 è pari a +5.614 milioni di euro (era +685 milioni a dicembre 2022).
Il 2023 si chiude con deficit energetico pari a -4.635 milioni di euro in forte riduzione rispetto al 2022(-8.997 milioni di euro). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici sale da 9.681 milioni di dicembre 2022 a 10.249 milioni di dicembre 2023. Complessivamente nel 2023, sempre secondo i dati Istat, crescono le vendite di beni strumentali (+8,4%) e beni di consumo (+2,7%) mentre si riducono quelle di beni intermedi (-6,7%) ed energia (-25,7%). Per l’import, la flessione in valore (-10,4%), rispetto all’anno precedente, è dovuta ai minori acquisti di energia e beni intermedi.
Tra i settori che più contribuiscono alla flessione tendenziale, ossia rispetto al 2022, dell’export si segnalano: metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-14,5%), articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici (-11,2%), coke e prodotti petroliferi raffinati (-19,5%) e sostanze e prodotti chimici (-10,1%). Crescono su base annua le esportazioni di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti non classificati altrove (n.c.a.) (+2,7%) e apparecchi elettrici (+1,0%).