Nel delirio di queste prime settimane della nuova presidenza americana si alternano sul palcoscenico europeo i piccoli burocrati europei, con cariche di nessun rilievo internazionale, ripiegati sulla loro arroganza amministrativa, così dopo i piani di resilienza e sviluppo (debito pubblico che schiaccerà i nostri figli e nipoti) abbiamo l’ennesimo colpo di genio per far debito, il riarmo dell’Europa.
Ora, tanto per sbocciare le teorie di rimilitarizzazione europea, possiamo sicuramente creare altri 40.000 stipendi nelle forze armate, possiamo giocare a comprare carri armati, aerei, droni, missili e quant’altro; ma non possiamo aderire ad un esercito europeo, senza prima aver abiurato la nostra Costituzione, sostituendola con una Carta costituzionale europea (già fallita miseramente anni fa).
L’articolo 11 della nostra suprema e meravigliosa Carta Costituzionale (pensiamoci bene a toccarla troppo) schiera il popolo italiano in modo chiarissimo, dopo i disastri della Seconda guerra mondiale. Noi abiuriamo la guerra come mezzo per la risoluzione dei contrasti internazionali e possiamo semmai provare a difenderci. In questo senso ben venga un addestramento esteso della popolazione, sistemi di protezione digitale e missilistica, ma far parte di un esercito europeo che potrebbe decidere di fare la guerra (magari per qualche voglia malsana di qualcuno dei burocrati europei) non ha una copertura costituzionale.
Ora tutti noi abbiamo giurato sulla Costituzione e prima di diventare spergiuri, seguendo l’ansia di prestazione di Macron, dobbiamo ricordarci i nostri tremila anni di storia nei quali ci siamo evoluti dal si vis pacem para bellum del nostro antico impero fino all’articolo 11 della Costituzione che ci colloca tra i popoli che fanno commerci e negoziano e non tra i popoli guerrieri.
Il nostro alleato americano è in difficoltà, pieno di debiti, con un sistema di welfare ed educativo basato sul censo che non da più quel vantaggio del sistema meritocratico (importano professionalità e si trincerano dietro brevetti digitali che saranno facilmente scardinati dall’A.I.). Da molto tempo lo Zio Sam non è più ai vertici del pianeta ed il grande credito accumulato nel secolo passato si sta assottigliando ed è consapevole che non può affrontare frontalmente la Cina, è troppo tardi.
ONU e NATO stanno evolvendo in modo incompatibile con la nostra Costituzione, assistendo silenti a stragi e persecuzioni la prima e progettando non la semplice difesa, ma l’attacco preventivo la seconda. Il nostro governo deve prendere atto che non può più delegare a terzi la diplomazia e ricominciare a tessere rapporti con tutti quelli che dialogano ed ancor di più con quelli che non dialogano.
Le nostre radici cristiane sono una base imprescindibile, in contrasto con l’approccio di arroganza e sottomissione proprio delle altre religioni monoteiste che portano solo a ciclici bagni di sangue. Siamo italiani, questo è un fatto, con tutti i nostri pregi ed i più numerosi difetti ma con una certezza, la nostra Costituzione e solo a quella dobbiamo rifarci, pur stracciati e distrutti da venti anni di consociativismo malato di sinistra, Lei è rimasta quasi verginalmente intattaoggi è tutto quello che ci rimane, soprattutto quando si deve decidere se mandare i nostri figli in guerra.
Sembra venuto il tempo delle scelte di ricollocamento, senza tradire le vecchie alleanze ma pronti a aderire a nuove alleanze ed amicizie, guardiamo ai nostri vicini che si affacciano sul Mediterraneo, diamo corpo al Piano Mattei, innoviamo senza più attendere che ce lo dicano i confusi burocrati europei.
Abbiamo le risorse tra i nostri giovani (il DNA ed il sangue sono sempre quelli di Leonardo, Michelangelo, Guicciardini, Brunelleschi, Marconi) è ora di ritrovare orgoglio nazionale e rimettersi in marcia, abbiamo dormito a lungo, delegando il nostro destino, oggi il bluff è scoperto non è questa Unione Europea la soluzione per il nostro futuro, se non cambia dobbiamo trarne le conseguenze.