Di fronte alle difficoltà e alla disgregazione dei partiti, nei territori fioriscono liste della società civile
La crisi di legittimità che al momento interessa tutti i principali partiti italiani e la frammentazione legata al ritorno a un sistema politico proporzionale potrebbero favorire, da qui ai prossimi mesi, un ritorno del civismo in tutto il Paese. Lontano da ciò che accade in Parlamento, dove nelle ultime settimane si sono accentuate le tensioni interne sia ai Gruppi di maggioranza che di opposizione (la nascita di Mdp non è l’unico effetto di questa tendenza), nei territori si succedono iniziative tra loro diverse per orientamento, ma accomunate dall’obiettivo di coinvolgere i cittadini “partendo dal basso” e puntando sul piano politico che ancora gode della fiducia degli elettori: quello delle amministrazioni locali.
L’esempio più chiaro di quanto appena sostenuto è rappresentato dal lancio della lista “Effetto Parma” da parte di Federico Pizzarotti, sindaco della città emiliana fuoriuscito dal Movimento 5 Stelle nell’ottobre 2016 dopo una lunga disputa con i vertici pentastellati. Il primo cittadino parmense correrà per un secondo mandato alle Comunali del prossimo giugno senza il sostegno di una formazione strutturata, ma basandosi su un manifesto (dal nome “La Politica Ideale”) inclusivo e spendibile per una riproposizione del progetto in altre realtà; non a caso, la formula “Effetto” sta incontrando l’interesse di altri eletti ex M5S, in primis in Liguria (La Spezia e Genova) ma anche in altre aree d’Italia (Lucca, Padova, Livorno, Ischia).
“Una rete non virtuale, ma concreta”, come da definizione dello stesso Pizzarotti, che nei suoi piani potrebbe trovare la sponda di “Alternativa Libera”, componente parlamentare composta da 5 deputati ex Movimento e che recentemente ha presentato la propria struttura fondata su 52 associazioni territoriali e sulla piattaforma di e-democracy Sinapsi. Alternativa libera, che alla Camera collabora nel Gruppo Misto con la formazione “Possibile” fondata da Pippo Civati, ex candidato segretario del Pd (correva l’anno 2013), con l’intenzione di recuperare i delusi dal centrosinistra muovendosi fuori dal Palazzo.
Sebbene diverga dalle realtà finora elencate, anche “Campo progressista” di Giuliano Pisapia è il segno di un tentativo della società civile di riconquistare spazio ai danni di una politica che ha finito progressivamente per perdere il contatto con il Paese reale. Nello specifico, l’obiettivo dell’ex sindaco di Milano è quello di ricostruire una coalizione di centrosinistra divisa dai tre anni di Matteo Renzi alla guida del Governo, ma emergono chiari da subito il richiamo alla sua esperienza da amministratore e l’intenzione di coinvolgere forze ed energie nuove, provenienti principalmente dalla società civile.
Ma il discorso, in linea teorica, non esclude neanche l’area moderata, se si pensa al tour che in queste settimane sta portando avanti (in attesa della Conferenza nazionale del 1° aprile) Stefano Parisi per promuovere il movimento “Energie per l’Italia”, con il quale l’ex manager ed ex candidato del centrodestra a Milano si propone di riaccendere il Paese e rigenerare la politica, puntando soprattutto su chi se ne è allontanato.
Sarà ora da vedere se i progetti in corso porteranno a esiti più o meno concreti, ma appare chiaro fin da ora che la classe politica sta incontrando difficoltà sempre maggiori a recuperare la sintonia con un ampio numero di cittadini-elettori.