L’ articolo su LabParlamento sul magazine di Ferpi di giugno 2014:
Il mondo di oggi è caratterizzato da un’accelerazione veloce, dovuta ad una serie di evidenti ragioni economico-sociali: a nessuno è concesso di fermarsi sulle sue conoscenze e non aggiornarsi e investire proficuamente nella propria formazione. Concetti come la digital disruption e la ridefinizione del quadro socio-economico fanno parte del nostro gergo quotidiano, richiedendo una capacità di costante adattamento ad un contesto in continuo divenire, sconosciuta anche alle generazioni più prossime alla nostra e che coinvolge anche il legislatore e chi è chiamato a monitorarne e a supportarne l’attività.
La formazione specialistica nel contesto delle relazioni istituzionali dovrebbe essere sempre strutturata su una solida base tecnica, con un taglio molto pragmatico. Il principale scopo dovrebbe quindi essere quello di costituire e mantenere costantemente rifornita un’ideale “cassetta degli attrezzi” da cui attingere strumenti utili all’attività quotidiana del legislatore e dei responsabili delle relazioni istituzionali.
La necessaria base teorica non è più sufficiente per affrontare sfide professionali sempre nuove. Nel mondo delle relazioni istituzionali la formazione classica deve poter attingere all’esperienza e alle best practice di chi opera in questo settore da tempo. E’ poi necessario modificare la modalità di erogazione e fruizione di contenuti, modalità che deve essere orientata al concetto di lifelong learning, inteso come tensione costante al miglioramento e alla corretta e aggiornata fruizione delle informazioni e delle nozioni.
Così erogata la stessa dovrebbe essere caratterizzata dalla capacità di engagement del fruitore per avere la massima efficacia su professionisti che, per quanto motivati, devono essere stimolati ad un apprendimento rapido e orientato alla massima efficienza dell’impiego del tempo a disposizione, oggi vera risorsa scarsa del manager e del professionista.
Un pilastro fondamentale in questo settore è la conoscenza approfondita della comunicazione, classica e digitale, e delle rispettive potenzialità: comunicare non solo verso l’esterno, ma rilevare i segnali deboli che arrivano dal sistema politico, amministrativo e sociale per anticipare e orientare eventuali scelte strategiche dell’interlocutore.
Con queste evidenze nasce, nel marzo del 2013, il progetto LabParlamento, grazie all’intuizione di un gruppo di professionisti che operano nel mondo delle istituzioni, del public affairs e della comunicazione digitale. L’obiettivo è quello di rispondere alle esigenze formative del settore: LabParlamento è stato concepito come un osservatorio privilegiato, che intercetta la crescente richiesta qualificata di informazione, trasparenza e formazione sull’attività del Parlamento e del Governo.
Il cuore del progetto è una piattaforma multidisciplinare, che si declina in tre strumenti complementari: un’Accademia di Specializzazione per formare le figure professionali del settore, un ThinkNet per gli approfondimenti e un canale Twitter di informazione puntuale e trasparente sull’attività di Parlamento e Governo, il tutto integrato per favorire il coinvolgimento dei potenziali fruitori e una completezza d’informazione adatta all’era digitale.
L’assunto è che se al politico è concesso di arrivare all’appuntamento con il Parlamento “impreparato” (per ragioni che hanno a che fare con il concetto stesso di democrazia), chi si relaziona direttamente o indirettamente con lui, collaboratore parlamentare o professionista delle relazioni istituzionali o della comunicazione, vede il suo successo professionale dipendere dalle capacità di aggiornamento costante e dall’accesso alle fonti di un’informazione puntuale e circostanziata.
http://www.ferpi.it/ferpi/novita/magazine