Le Commissioni Ambiente di Camera e Senato dovranno esprimere un parere sullo schema di D. Lgs. entro il 25 aprile
Entrerà nel vivo durante questa settimana la discussione parlamentare (avviata il 30 marzo al Senato, non ancora alla Camera) dello schema di Decreto Legislativo di recepimento della Direttiva 2014/52/UE in ambito di Valutazione d’impatto ambientale di opere pubbliche e private.
Il testo, approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri il 10 marzo scorso, è stato trasmesso alle Commissioni Ambiente di Montecitorio e Palazzo Madama per l’espressione dei rispettivi pareri, che dovranno arrivare entro il prossimo 25 aprile.
Il D. Lgs. si compone di 27 articoli, con i quali verrà modificata la Parte Seconda del Codice ambientale. Tra le principali innovazioni del provvedimento figurano: una nuova definizione di “impatti ambientali” (comprensiva degli effetti diretti e indiretti di un progetto sulla popolazione, sulla salute umana e sul patrimonio culturale), una riduzione complessiva dei tempi per la conclusione dei procedimenti VIA, la previsione di una norma transitoria che permetta al proponente di un’opera di richiedere l’applicazione della nuova disciplina anche agli iter in corso e, soprattutto, l’introduzione di regole omogenee per i procedimenti di Valutazione d’impatto ambientale su tutto il territorio nazionale, razionalizzando il riparto delle responsabilità tra Stato e Regioni.
Proprio quest’ultimo aspetto ha avuto subito conseguenze sull’iter del Decreto Legislativo in Parlamento. La Commissione Ambiente del Senato, su proposta del presidente e relatore del testo Giuseppe Marinello, ha infatti deciso di includere la Conferenza delle Regioni tra i soggetti da ascoltare in audizione (ad aprire il turno dovrebbe essere, nella giornata di domani, il Consiglio nazionale ingegneri), dal momento che i rappresentanti degli Enti locali hanno già lasciato trasparire l’intenzione di non essere disposti a rinunciare alla competenza concorrente che il Titolo V della Costituzione assegna loro in tema di reti di trasporto e di produzione e distribuzione nazionale di energia. Al di là degli auspici di leale collaborazione, non è eccessivo catalogare questa posizione come il segno di una “rivalsa” dei territori sullo Stato centrale, dopo la bocciatura di una riforma della Carta che avrebbe reso di fatto ininfluenti Regioni e Comuni al cospetto di progetti strategici.
Finora l’Italia ha sempre prodotto normative più severe di quelle europee dal punto di vista della tutela dell’ambiente; sarà ora da vedere se anche la versione definitiva del Decreto Via confermerà la tendenza degli ultimi anni.