Spinta allo scambio e vendita di energia in piccole reti elettriche private. Superate le 25.000 adesioni. Conferenza stampa in Senato
Via libera ai sistemi di distribuzione chiusi (Sdc). Si è tenuta ieri 20 aprile, presso la sala Nassirya del Senato, una conferenza stampa per presentare la petizione online sul tema, lanciata il 20 febbraio scorso.
La petizione change.org/energielibere, promossa da Fabio Roggiolani (fondatore di Ecofuturo Festival), ha attualmente superato le 25.000 adesioni. Al centro della stessa c’è l’idea che scambiare e vendere energia – specialmente se prodotta da fotovoltaico o da altre fonti rinnovabili – in piccole reti elettriche private debba essere possibile per tutti i cittadini, perché le tecnologie sono già disponibili ed economicamente convenienti. Si verrebbe così a creare anche in Italia nel settore energetico la figura del cosiddetto prosumer, ossia del produttore-consumatore.
Durante la conferenza stampa sono intervenuti i senatori Gianni Girotto (M5S), Loredana De Petris (SI-SEL), Nunziante Consiglio (LNA) e Manuela Granaiola (MDP), oltre a Edoardo Zanchini (vicepresidente nazionale di Legambiente), Jacopo Fo (Ecofuturo), Massimo Venturelli (presidente nazionale di ATER) e Valerio Rossi Albertini (CNR).
Nella petizione si chiede di modificare il Ddl Concorrenza (che ha iniziato il suo iter nell’Aula del Senato proprio ieri dopo mesi di stop) per far sì che vengano rimossi quelli che la stessa Antitrust nel luglio 2016 ha definito “gli ostacoli alla reti private” che “definiscono una discriminazione a favore del modello dominante di organizzazione del sistema elettrico”. Un modello, si aggiunge, “basato sulla centralizzazione della generazione di energia elettrica in impianti di grandi dimensione e sulla trasmissione e distribuzione attraverso reti pubbliche dell’elettricità e dell’unità di consumo, che riflette per lo più le scelte tecnologiche compiute nel passato e non favorisce le evoluzioni delle reti verso nuovi modelli di organizzazione del sistema elettrico che possono utilmente contribuire al raggiungimento degli obbiettivi generali di convenienza dell’energia per gli utenti, innovazione, sicurezza e sostenibilità finanziaria del sistema elettrico nazionale, oltre che di tutela della concorrenza”.
I promotori dell’iniziativa sostengono che “rendere possibile lo scambio e la vendita di energia autoprodotta renderebbe possibile fare quello che già facciamo per la vendita e lo scambio del calore ovvero un impianto centralizzato per tutti o una fornitura di energia elettrica da parte di uno per gli altri”. La mancata approvazione e la penalizzazione dei cosiddetti Sdc impedirebbe a fonti come il fotovoltaico ma anche a tutte le altre rinnovabili di potersi affermare e diffondere su tutto il territorio nazionale.
Gli spazi di manovra sul DdL Concorrenza sembrano davvero minimi, ma se davvero il Governo porrà la fiducia su questo provvedimento in Senato, inserendovi alcune modifiche, allora potrebbe decidere di intervenire anche su questo punto sul quale si è registrato un ampio favore bipartisan (in particolare in sede di votazione degli emendamenti in Commissione Industria). Si renderebbe un servizio alla comunità (anche a quella economica) e l’Italia si adeguerebbe alle normative europee.