Dalle raccomandazioni dell’Unione arriva un segnale positivo per il Governo. Ma la partita é solo rimandata
I conti italiani sono in ordine e il Governo non dovrà prendere nessuna ulteriore misura. Le raccomandazioni dell’Unione europea sul bilancio del nostro paese arrivate ieri sono positive, ma la partita è solo rimandata di qualche mese.
Secondo l’Ue, “le misure di bilancio addizionali richieste per il 2017 sono state prese”. Non serve quindi “nessun passo ulteriore”, ma una maggiore attenzione ai dettagli “sull’adozione e sul calendario” delle riforme, ritenute comunque “sufficientemente ambiziose”. Il vero punto critico potrebbe essere il bilancio del 2018, per il quale servirà uno “sforzo sostanzioso”, con politiche che dovranno “rafforzare la ripresa e assicurare la sostenibilità dei conti”. Per raggiungere l’obiettivo, la Commissione suggerisce in particolare due misure: “La riduzione della lunghezza dei processi della giustizia civile” – aumentando inoltre la lotta alla corruzione – e la reintroduzione della tassa sulla prima casa per i “redditi elevati”. Altro punto critico per l’Italia riguarda l’uso di pagamenti elettronici ancora “molto al di sotto della media Ue”, anche a causa dell’innalzamento “dei limiti per l’uso dei contanti”.
Tra le questioni più spinose emerse dalle raccomandazioni della Commissione c’è sicuramente quella riguardante la tassa sulla prima casa. “Non è una nuova raccomandazione, la facciamo dal 2016”, ha sottolineato il commissario Ue agli Affari monetari, Pierre Moscovici, riferendosi all’Imu e al fatto che la sua abolizione “va a vantaggio dei redditi più elevati”. Un suggerimento, quello dell’Ue, che secondo il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis “rientra nell’approccio generale per i Paesi con squilibri macroeconomici eccessivi” ed è “in linea con l’idea di spostare la tassazione del lavoro ai consumi”. Il Governo italiano ha replicato alla richiesta di Bruxelles con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che ritiene quella sull’Imu “una delle tante proposte” della Commissione, ma precisa che “le riforme fiscali vanno viste nel loro insieme e cambiare opinione su una tassa appena modificata non è una buona idea”.
L’attenzione sui conti italiani si sposta quindi a ottobre e alla nuova Legge di Stabilità che attende il Governo. E questo potrebbe essere il punto critico in caso di scioglimento anticipato delle Camere e ritorno alle urne entro fine anno. Un voto, che negli ultimi giorni sembra avvicinarsi e rischia di arrivare già in autunno, bloccando le riforme e non permettendo di applicare nella manovra ciò che chiede Bruxelles.
A rassicurare l’Italia, però, ci pensa ancora Moscovici: “Le elezioni non interrompono gli impegni dell’Italia e le diamo fiducia perché resti un Paese al cuore dell’eurozona e rispetti gli impegni”, ha risposto a chi gli chiedeva se le elezioni – per ora previste per il 2018 – non possano mettere a repentaglio gli sforzi dell’Italia. Eppure lo stesso Moscovici qualche dubbio lo ha: “Rispettiamo l’elettorato italiano, ma auspichiamo che l’Italia resti quello che è, un Paese credibile e forte”, ha aggiunto il commissario Ue apparentemente preoccupato dall’ipotesi di un eventuale cambio di governo.