In autunno con la Legge di Bilancio si punterà ad estendere la platea dei beneficiari
di Simona Corcos
Il Consiglio dei ministri ha approvato poco fa in via di definitiva il decreto legislativo che introduce, dal 1 gennaio 2018, la prima misura nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, il c.d. Reddito di Inclusione (REI).
I beneficiari della misura sono stati individuati sulla base dell’ISEE e delle componenti reddituali e patrimoniali.
Inizialmente potranno accedere al REI, in via prioritaria, i nuclei familiari con almeno un figlio minore, quelli con un figlio disabile, quelli con una donna in stato di gravidanza e quelli con una persona di 55 anni o più in stato di disoccupazione.
La soglia ISEE è fissata a 6000 euro, e riguarderà, secondo gli ultimi dati ISEE del 2016, oltre il 40% delle famiglie. Viene inoltre fissata una soglia ISRE (l’indicatore reddituale dell’ISEE diviso la scala di equivalenza) pari a 3000 euro. Infine sono state introdotte due soglie patrimoniali: si escludo dal beneficio le famiglie che posseggono un immobile diverso dalla prima casa superiore a un valore IMU di 20mila euro oppure quelle che hanno un patrimonio mobiliare superiore a 10mila euro.
Le persone che saranno quindi potenzialmente coinvolte, in base questi paletti, saranno quasi 1,8 milioni.
Le risorse a disposizione della misura saranno oltre un miliardo e 700 milioni per il 2018 e oltre 2 miliardi per il 2019.
Il REI non sarà composto da un solo beneficio monetario, ma il cuore della misura sarà l’altra componente, un insieme di servizi alla persona, che dopo l’identificazione dei bisogni del nucleo familiare, si concretizzerà in un progetto personalizzato con lo scopo di contrastare l’esclusione sociale non solamente dal punto di vista economico. Ed è proprio questo il vero salto culturale, che il REI introduce, nell’affrontare i temi sociali nel nostro Paese, non più solamente un sostegno passivo alle persone che si trovano in difficoltà, ma anche un sostegno e un inserimento o reinserimento lavorativo e all’inclusione sociale.
I beneficiari della misura dovranno svolgere specifiche attività tra cui un costante contatto con i componenti dei servizi responsabili del progetto e un attività costante nella ricerca e disponibilità al lavoro.
In questo senso svolgeranno un ruolo fondamentale i servizi territoriali e le equipe multisciplinari che opereranno in stretto contatto con gli enti del terzo settore. Il progetto sarà definitivo con la la partecipazione del nucleo familiare e sarà costantemente sottoposto a verifica ed eventuale revisione. Al fine di dare piena attuazione a questa seconda componente del REI il Fondo Povertà destina agli interventi dei servizi sociali 263milioni di euro per il 2018 e 277 dal 2019.
In questo senso va letto positivamente anche l’annuncio del Ministro Giuliano Poletti, nel corso della conferenza stampa a margine del Consiglio dei Ministri, del potenziamento dei Centri per l’Impiego con l’assunzione di 600 operatori.
Il REI potrà essere richiesto presso i punti di accesso identificati dai comuni e la domanda dovrà essere inoltrata compilando un apposito modulo INPS secondo adeguate modalità telematiche predisposte dall’Istituto non oltre il 31 ottobre 2017.
L’eventuale esito positivo, dopo le verifiche incrociate, sarà comunicato dalle strutture comunali entro 30 giorni dalla richiesta. I benefico economico è disposto dall’INPS ed erogato tramite una Carta acquisti denominata “Carta REI”.
Per quanto riguarda la durata del beneficio il REI sarà concesso per un periodo non superiore a 18 mesi e sarà necessario far trascorrere almeno 6 mesi dall’ultima erogazione prima di poterlo richiedere nuovamente.
Infine il Decreto ha introdotto due importanti novità: la “Rete” quale organismo di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali e il nuovo sistema dei servizi sociali denominato “NSISS” con lo scopo di programmare, gestire e monitorare le politiche sociali.
Ora il Governo, con la nuova Legge di Bilancio, punterà ad estendere la platea dei beneficiari per rendere effettivamente universale la misura.
Leggi il Comunicato Stampa n. 42 del Consiglio dei Ministri