In settimana non sono previste sedute in Commissione. Probabile stop fino ai ballottaggi del 25 giugno. Intanto, effetto Amministrative
Non riprenderà questa settimana la discussione del dossier legge elettorale, resa a dir poco complicata dalla decisione dell’Aula della Camera di rinviare il testo base in Commissione.
A oggi, infatti, non risultano convocazioni della Affari Costituzionali di Montecitorio sulla questione, e non ci sarebbe da sorprendersi se ogni discorso venisse rimandato a dopo i ballottaggi delle Amministrative, in programma per domenica 25 giugno. In una situazione di estrema incertezza come quella che continua ad attraversare il mondo politico-parlamentare, sembra alquanto improbabile che i partiti riannodino i fili del confronto con una campagna elettorale arrivata al suo momento decisivo in numerosi Comuni.
Al contrario, potrebbero essere gli esiti finali del voto a indirizzare le nuove strategie sulla riforma dell’Italicum, spingendo alcune forze (in primis il Partito Democratico, ma anche Forza Italia e Lega Nord) a muoversi per cercare di ricomporre quelle coalizioni tornate d’attualità con il primo turno dell’11 giugno, al cospetto delle quali il Movimento 5 Stelle incontra grandi difficoltà. Vanno registrate, in tal senso, le voci che nel Palazzo iniziano a levarsi in favore di un ritorno a un sistema prettamente maggioritario.
Al di là degli scenari fin qui descritti (data la fluidità della situazione, le cose possono cambiare nell’arco di poche ore), ciò che appare certo è che la legge “tedesca” frutto dell’accordo Pd-Fi-M5S-Lega non ha pressoché chance di poter essere riproposta, e che i tempi per approvare una riforma elettorale in tempi utili per andare a elezioni anticipate in autunno iniziano a essere molto, forse troppo, stretti.