Con la ripresa dell’esame si capirà se l’approvazione è vicina. Nuove modifiche aumenterebbero il rischio affossamento
Sono circa 350 gli emendamenti presentati al Ddl Concorrenza nelle Commissioni Finanze e Attività produttive della Camera. A 24 ore dalla scadenza del termine sono questi i numeri che emergono dalle strutture di Montecitorio, in attesa dell’ufficialità che arriverà con la pubblicazione del fascicolo delle proposte di modifica, di norma contemporaneo alla ripresa dell’esame del testo.
Allo stato attuale, dopo l’ultima tornata di audizioni, lo scenario più plausibile è che la discussione del provvedimento riprenda nell’arco della prossima settimana. Sarà quello il momento in cui si capirà, una volta per tutte, se il Concorrenza andrà davvero incontro a una “riapertura” su ambiti come il telemarketing e la fine della maggior tutela per gli utenti di elettricità e gas, o se il Disegno di legge verrà approvato nella sua versione attuale, nonostante le divisioni nella maggioranza che da oltre due anni non consentono la conclusione dell’iter. Come da noi sostenuto nelle settimane scorse, soltanto un ricorso alla fiducia (sulla scia di quanto accaduto in Senato a inizio maggio) può garantire il via libera definitivo al testo e scongiurare ogni rischio di affossamento.
Su quest’ultimo versante, è interessante sottolineare che il deputato di Civici e Innovatori (ex Scelta Civica) Andrea Mazziotti di Celso nella mattinata di oggi ha esortato il Governo, durante il suo intervento nell’Aula della Camera dedicato alla riforma del Codice Penale, a ricorrere allo strumento della fiducia anche per il Ddl Concorrenza. Nella visione del presidente della Commissione Affari costituzionali, non avrebbe senso che l’Esecutivo non ne facesse uso, dato che il provvedimento “fa parte della politica del Governo e del Piano di riforme comunicato a Bruxelles”. A questo punto, non rimane che scoprire se la posizione di Mazziotti rimarrà un semplice auspicio o se la partita si risolverà nella direzione da questi auspicata.