Ok definitivo al DL, Mdp non partecipa al voto di fiducia. Ma la vera partita di bilancio resta quella di ottobre…
Con 144 sì, 104 no e un astenuto il Senato ha confermato la fiducia al Governo sulla conversione del Decreto Legge “Manovrina”, che per effetto del voto di Palazzo Madama diventa Legge dello Stato. A favore del provvedimento hanno votato tutte le forze di maggioranza, eccezion fatta per Mdp che ha scelto di uscire dall’Aula per protestare contro la reintroduzione dei voucher, senza tuttavia mettere a rischio la tenuta dell’Esecutivo.
È dunque arrivato in porto senza imprevisti il testo con cui l’Italia attua la correzione dei conti pubblici da 3,4 miliardi di euro per il 2017 richiesta, fin dal gennaio scorso, dall’Unione europea. Il primo varo della Manovrina era giunto insieme al Documento di economia e finanza (Def) nel Consiglio dei Ministri dell’11 aprile, anche se per la pubblicazione del DL in Gazzetta Ufficiale si erano poi dovute attendere circa due settimane. Durante la sua prima lettura alla Camera (terminata a inizio giugno), al DL sono state apportate numerose modifiche, confermate dalla breve discussione a Palazzo Madama. Tra le novità principali, oltre ai nuovi buoni lavoro, vanno ricordate il prestito ponte in favore di Alitalia, la previsione di una web tax transitoria e lo stanziamento di 1,3 miliardi di euro per l’assunzione di 15 mila docenti precari.
L’aver superato indenne lo scoglio Manovrina, in un momento di grande incertezza politica, rappresenta senza dubbio un successo per il Governo Gentiloni e la sua maggioranza. Al tempo stesso, come da noi più volte rimarcato di recente, i veri giochi in campo economico si faranno a ottobre, con la presentazione della Legge di Bilancio 2018. Sarà in quel frangente, infatti, che si deciderà la partita con Bruxelles su temi come le aliquote Iva e la tassazione degli immobili. A oggi non è possibile prevedere se le elezioni Politiche si svolgeranno o meno nel prossimo autunno, ma è evidente che le scelte di quelle settimane saranno fortemente influenzate da logiche di consenso pre o post campagna elettorale.