Pier Carlo Padoan a ‘La Repubblica delle Idee’. Fiducioso sul futuro dell’economia nazionale
“Abbiamo perso 10 punti di PIL, ma cresciamo dal 2014 e le prospettive sono incoraggianti”, ha ripetuto più volte il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan nell’ambito del festival del quotidiano La Repubblica quest’anno tenutosi a Bologna.
Perché l’Italia va piano? Questa la domanda cruciale a cui il ministro ha cercato di rispondere, sottolineando che, gli approcci di politica economica del governo attuale, in continuità con quello di Matteo Renzi, si sono rivelati giusti ed efficaci. I ritardi più gravi, quelli della pubblica amministrazione, hanno minato il Paese ancor prima della crisi, un “sentiero stretto”, superato grazie alla commistione di politiche di bilancio più prudenti e di riforme strutturali. Queste hanno fatto sì che il deficit italiano scendesse sotto al 3% e tornasse a garantire più fiducia nella ripresa, cosa apprezzata dagli investitori che, così facendo, la alimentano. È fondamentale, infatti, secondo Padoan, dare un’immagine positiva di slancio, continuando a riformarsi nonostante l’instabilità politica, davanti ad un’Europa che in passato ha privilegiato l’austerity, ma adesso, anche grazie alla nuova amministrazione di Emmanuel Macron in Francia, può tornare a concentrarsi su crescita e lavoro, come il piano Juncker già dimostra.
Padoan annuncia una riunione che avverrà a luglio con Francia e Germania per definire l’agenda dell’Unione Monetaria, per cui una delle proposte avanzate dall’Italia sarà quella di un’assicurazione contro la disoccupazione ciclica, per diminuire i costi della scarsità di impiego in vista di una possibile nuova crisi, ma soprattutto per dimostrare che l’Europa non può essere fatta solo di banche e finanza.
Inevitabile è stato, quindi, il riferimento ai casi italiani di sofferenza bancaria, uno per tutti quello di Monte dei Paschi di Siena, verso la cui risoluzione Padoan si mostra fiducioso specificando che “salvare le banche non significa salvare i banchieri, ma i risparmiatori”, e laddove i primi sacrificassero, invece, i secondi, lo Stato sta lavorando per elaborare meccanismi di garanzia più forti, come la ricapitalizzazione precauzionale che prevede un ritiro delle risorse pubbliche prima dell’effettivo “disastro”. A differenza di quanto affermato dall’Economist in un recente articolo, sarebbe sbagliato prendere la Spagna come esempio virtuoso, poiché, a detta di Padoan la crisi bancaria spagnola è stata ben più grave ed il mantenimento del deficit di bilancio resta più elevato rispetto a quello italiano.
Dinnanzi a questioni come quella della legge di bilancio in discussione il prossimo autunno, di Alitalia o di Consip, Padoan ha diplomaticamente affermato di essere un “ministro tecnico”, riconoscendo la necessaria suddivisione fra valutazione pratica e valutazione politica di ogni vicenda. Il compito è arduo: ma l’Italia, secondo il ministro, è un grande Paese che corre ancora tanti rischi, ma ha altrettante opportunità.