Nessun atto dà legittimità al testo di Mameli. Al lavoro la Commissione Affari Costituzionali. D’Ottavio (Pd): “Potrebbe diventare legge in autunno”
“Fratelli d’Italia” potrebbe diventare ufficialmente l’inno nazionale italiano dopo 71 anni. È quanto emerge dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera, al lavoro per dare una legittimazione formale – mai avvenuta nella storia repubblicana – all’inno di Mameli. In seguito alla riunione di ieri, oggi la Commissione adotterà come testo base per la discussione il Ddl proposto dal deputato Pd Umberto D’Ottavio. Un articolo, due commi e un solo obiettivo: rendere “Fratelli d’Italia” l’inno ufficiale della Repubblica. “Avevo perso un po’ la speranza ma la seduta di oggi è stata estremamente positiva – racconta a LabParlamento D’Ottavio – in commissione nessuno è apparso contrario alla proposta, anche grazie all’ottimo lavoro della relatrice Daniela Gasparini”.
Le prime proposte per legittimare il lavoro di Goffredo Mameli risalgono agli albori della Repubblica, quando il Consiglio dei Ministri guidato da Alcide De Gasperi annunciò l’adozione provvisoria del “Canto degli italiani” (vero nome di “Fratelli d’Italia”), con l’obiettivo di rendere definitiva in un secondo momento la scelta. Momento che, tuttavia, non arriverà mai.
Tra i vari tentativi andati a vuoto, vale la pena ricordare quello del 2005. Siamo all’epoca del secondo Governo Berlusconi, l’Esecutivo più longevo della storia repubblicana. Una proposta unitaria riesce ad aggregare due forze rivali come Forza Italia e Ulivo, con l’obiettivo comune di spingere la Commissione Affari Costituzionali (in quell’occasione del Senato) a rendere ufficiale l’Inno di Mameli. Ma la crisi di governo innescata dalle divisioni dell’allora maggioranza metterà fine sia al Berlusconi II che all’iter di “Fratelli d’Italia”.
Ora la Affari Costituzionali di Montecitorio ha la possibilità di prendere una decisione storica, e fare quello che finora non è riuscito a nessuno. Oggi verrà discusso il testo base dell’onorevole dem e fino a lunedì sarà possibile presentare emendamenti. Poi, già all’inizio della prossima settimana, il Disegno di legge potrebbe essere votato in Commissione. “Con qualche passaggio potrebbe essere votato agilmente anche in Senato – conclude D’Ottavio – chissà, forse potrebbe diventare legge proprio in autunno, a 71 anni esatti dal primo utilizzo durante una celebrazione delle forze armate”.