Debito e diritti residenti al primo posto. Il capo negoziatore Ue Michel Barnier in audizione in Parlamento. Oggi Theresa May a Firenze
Alle porte del quarto ed ultimo round di negoziazioni che dovranno concludersi entro il 9 ottobre, il capo negoziatore Ue per la Brexit, Michel Barnier ha affermato ancora una volta ieri pomeriggio, alle commissioni Esteri e Politiche Ue di Camera e Senato, che solo l’assenza di incertezze potrà condurre a un divorzio costruttivo con il Regno Unito. L’indispensabilità di un accordo – ancora messa in discussione – è ormai incontrovertibile, ma è appunto necessario che si insista sui punti più nebulosi, secondo Barnier.
Alla luce dei precedenti incontri con il segretario per la Brexit David Davies, le discrepanze vertono in particolar modo sulla questione finanziaria. Sebbene, infatti, sin da subito la priorità degli accordi si sia concentrata sui diritti dei cittadini britannici in Ue e viceversa, soprattutto al termine del secondo round di luglio la parte più spinosa si è rivelata essere l’ammissione di un debito del Regno Unito nei confronti dell’Unione europea. “L’uscita di Londra non può danneggiare il mercato unico”, ha affermato Barnier sottolineando la necessità che ognuno rispetti gli impegni presi e saldi i conti. “Oltre il denaro, si tratta di una questione di fiducia fra i 27 e il Regno Unito, sulla base del rispetto di una sola firma”, ha dichiarato. In realtà anche il problema di garantire i diritti dei cittadini europei in Gran Bretagna non è stato ancora risolto, e sulla questione giuridico-legislativa l’unico garante dovrebbe continuare a essere la Corte di Giustizia europea. Anche sull’Irlanda continua ad essere di fondamentale importanza il rispetto dell’Accordo del Venerdì Santo, per evitare che venga a crearsi una frontiera fisica fra Irlanda del Nord ed Eire.
Sono passati sei mesi dalla lettera del 29 marzo 2017 e ce ne vorranno altri sei prima della ratifica definitiva del 29 marzo 2019. “Ci resta, quindi, soltanto un anno”, ha ricordato Michel Barnier, per sciogliere ogni nodo, stabilire la lunghezza e le condizioni del periodo di transizione che avrà inizio il 30 marzo 2019, giorno in cui il Regno Unito non sarà più membro delle istituzioni comunitarie e di conseguenza non avrà più potere decisionale, e finalizzare i rapporti con gli altri 27 Paesi dell’Unione.
Cruciale per capire le prossime tappe del processo sarà il discorso che il primo ministro Theresa May terrà alle 15 di oggi all’ex Scuola dei carabinieri di Firenze, che Barnier invita a seguire attentamente e costruttivamente perché, citando Machiavelli, ritiene che “dove c’è una grande volontà, non possono esserci grandi difficoltà”.