Ciclo di audizioni a Commissioni riunite. Padoan: “Passi avanti per un sistema solido e competitivo”. Sentiti anche Bankitalia, Istat e Corte dei Conti
Entra nel vivo la discussione sulle prossime scelte economiche e finanziarie del Governo guidato da Paolo Gentiloni, iniziative e misure che vedranno la luce nella Legge di Bilancio attesa a breve.
Come di consueto, nel mese scorso è stata presentata la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, atto che ha rivisto il quadro programmatico di finanza pubblica per il periodo 2017-2020 rispetto a quello contenuto nella prima edizione del documento stesso, risalente ormai ad aprile.
Proprio le novità degli obiettivi e le nuove previsioni di crescita del Pil sono state al centro di un lungo ciclo di audizioni, iniziato stamane, presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato, nel corso del quale sono intervenuti i principali protagonisti dello scacchiere economico del Paese: Istat, Banca d’Italia, Corte dei Conti, Ufficio parlamentare di Bilancio e, in conclusione, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
Proprio per il titolare del dicastero di via XX settembre l’occasione si è rilevata utile per tracciare un primo bilancio in materia di politica economica, facendo il punto anche sull’efficacia dei provvedimenti assunti dal Governo per il rilancio del Paese.
Il supporto alla crescita è stato da sempre uno dei principali obiettivi dell’Esecutivo che, ad oggi, ha prodotto incoraggianti risultati: persiste, infatti, la fase di miglioramento del mercato del lavoro, con 1 milione in più di occupati rispetto al 2013, insieme a un cauto ottimismo legato a una crescita del Pil e a una contrazione costante del debito. Tra gennaio e giugno, secondo il responsabile dell’Economia, le esportazioni hanno fatto registrare un balzo in avanti dell’8%, contraddistinguendo il 2017 come anno particolarmente favorevole riguardo ai flussi turistici in arrivo dall’estero. Cresce anche la produttività del manifatturiero e aumenta la fiducia di consumatori e imprese, giunta al livello più elevato da agosto 2007.
Miglioramento dei saldi e disavanzo in riduzione sono i risultati dell’azione coordinata di diversi interventi: la diminuzione della pressione fiscale (in riduzione dell’1%), la cancellazione del costo del lavoro dall’Irap, maggiori incentivi riguardo agli investimenti privati con rilancio di quelli pubblici, ampie riforme strutturali, lotta alle disuguaglianze e alla povertà, il tutto accompagnato da misure finanziarie per la crescita. Non ultimo, il contributo dato dall’abolizione del Patto di stabilità interno e dalla riforma del Codice degli appalti, semplificazione che aiuterà a gestire in modo più efficiente la spesa pubblica. Senza tralasciare i ritorni attesi dal mercato sulla scorta della novità introdotte dalla recente “Legge sulla Concorrenza”.
Anche le sofferenze bancarie, argomento da sempre vissuto come uno spauracchio, si riducono progressivamente. Gli ultimi dati sul mondo del credito vedono un aumento dei prestiti alle famiglie e, seppur in minor misura, anche alle imprese.
Ma non c’è spazio per il compiacimento. Secondo le previsioni di Padoan c’è ancora tanto da fare, soprattutto in merito alla riduzione dell’evasione fiscale, alla revisione della spesa della PA e allo sforzo per la semplificazione della stessa macchina pubblica. Il contesto internazionale, poi, non è di grande aiuto: Brexit, tensioni geopolitiche e terrorismo incombono sullo scenario futuro.
Il sentiero, dunque, è stretto, alle prese con un continuo bilanciamento tra il sostegno alla crescita e i vincoli di consolidamento, sotto lo sguardo sempre vigile di Bruxelles, che porta al perdurare di uno slalom tra clausole di sterilizzazione e spese indifferibili. Ma non è temerario, secondo il titolare di via XX Settembre, prevedere l’introduzione di misure capaci di fornire un impulso alla crescita e di provvedimenti di inclusione sociale, specie in riferimento al lavoro giovanile.
Su questa scia il deputato Rocco Palese (Forza Italia) ha però rimarcato come l’Italia sia ancora fanalino di coda in Europa, chiedendo quali siano state le riforme strutturali così tanto vantate nel Def poiché, a suo parere, ancora nulla è stato in grado di fornire il giusto slancio agli indici economici, soprattutto al Sud. Per il Ministro, le misure programmate a favore del Mezzogiorno risultano alquanto considerevoli, avendo da poco incrementato nel triennio 2018-2020 risorse sino a 3 miliardi e mezzo di euro.
L’intervento della senatrice Nerina Dirindin (Mdp) si è concentrato sulle politiche per la salute, definendo “imbarazzante” il modo in cui il Governo avrebbe trattato queste tematiche negli ultimi anni. L’introduzione del cosiddetto “superticket” e la progressiva e graduale riduzione della spesa sanitaria, contrariamente peraltro alle aspettative e alle rassicurazioni fornite in tal senso dall’Esecutivo, rappresentano due nervi scoperti. Nella sua replica, Pier Carlo Padoan ha sì confermato la diminuzione della spesa, sottolineando però che essa non rappresenta, di per sé, necessariamente un male, se a tale contrazione corrisponde un efficientamento nell’uso delle risorse.
Il presidente della Bilancio della Camera Francesco Boccia (Pd) si è invece soffermato sulla prospettata introduzione di nuove misure fiscali in merito agli operatori digitali, specie dopo l’ultimo vertice di Tallin. Secondo il titolare dell’Economia, dal punto di vista della Web tax il clima in Europa è cambiato, e proprio il vertice nella capitale estone ha tracciato la direzione nella quale la Commissione Uu si muoverà. È utile, per il Ministro, che anche a livello nazionale si inizi a pensare tecnicamente allo strumento finanziario che meglio possa adattarsi a queste nuove realtà economiche.
Anche per l’Istat, ascoltata nella prima mattinata, le prospettive di sviluppo in Italia appaiono favorevoli, così come le aspettative dei consumatori risultano in netta crescita. In particolare, secondo l’Istituto di statistica, sebbene le spinte inflazionistiche si mantengano ancora modeste, nei primi sette mesi di quest’anno il commercio estero ha visto un incremento delle esportazioni pari al 7,6%, soprattutto riguardo ai principali raggruppamenti industriali. Anche le importazioni hanno registrato una crescita marcata (+11%), incremento sospinto dai beni durevoli e strumentali.
A tal proposito, Carlo Galli (Mdp) ha puntato l’attenzione sull’aumento dell’occupazione di giovani e donne, così come emerso dalle risultanze illustrate dal presidente Istat Giorgio Alleva, chiedendosi se questa ripresa sia collegata in qualche modo alle riforme del mercato del lavoro intraprese negli ultimi anni. Per il responsabile dell’Istituto i dati relativi all’incremento occupazionale riguardano 375.000 lavoratori, di cui 167.000 con meno di 35 anni. Tuttavia un gap rispetto alla media europea si osserva ancora dal lato dell’occupazione femminile.
Anche per la Banca d’Italia l’economia italiana ha tratto vantaggio, nel 2017, dal ciclo favorevole registrato in Europa, ma la maggiore spinta è giunta dalla domanda interna, che ha reso la ripresa più omogenea. Buona la riduzione del debito sul Prodotto interno lordo che, secondo la Nota al Documento di economia e finanza, diminuirebbe dal 132 a 131,6%. Pure nella visione dell’Istituto di via Nazionale, i rischi geopolitici e finanziari potrebbero provocare turbolenze.
L’esame della Corte dei Conti mediante il suo presidente Arturo Martucci ha toccato diversi punti del Def, soprattutto in materia di entrate tributarie: l’imposizione delle imposte indirette guida la crescita (aumentate del 3,4%), ma anche il gettito legato alle imposte dirette, seppur più moderato, vede un rialzo rispetto al passato. I giudici contabili non hanno mancato di sottolineare come le previsioni circa le entrate collegate alla voluntary disclosure e al rinnovo delle concessioni Umts, iscritte a bilancio per oltre 4 miliardi di euro, non abbiano trovato conferma nella realtà, attentandosi “soltanto” intorno a 1,5 miliardi.
Più tecnico l’intervento dell’Ufficio parlamentare di Bilancio che, nel corso dell’audizione, non ha mancato di illustrare le previsioni di un possibile rallentamento della crescita reale già nel 2018, rispetto agli incrementi registrati quest’anno, in linea comunque con quanto potrebbe accadere nell’intera area euro. In generale, comunque, l’Upb ha espresso apprezzamento per il Documento di economia e finanza, validando le previsioni in esso contenute.
In merito a tali rilievi, il senatore dem Paolo Guerrieri, relatore del provvedimento a Palazzo Madama, si è interrogato sull’effettività delle previsioni circa gli investimenti, vera cartina di tornasole della ripresa, variabile molto difficile da prevedere e data in crescita nella Nota di aggiornamento.