Audizione del Commissario all’innovazione, Diego Piacentini. Incoraggianti i risultati anche se permangono diversi dubbi
Prosegue senza sosta l’attività della Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle Pubbliche Amministrazioni che, questa mattina a Palazzo San Macuto, ha incontrato il Commissario straordinario del Governo per l’attuazione dell’agenda digitale, Diego Piacentini, al fine di verificare la natura e lo stato di attuazione degli interventi di digitalizzazione all’interno dello sconfinato parterre pubblico.
Obiettivo della Commissione, oltre a quello di mettere a fattor comune l’evoluzione digitale degli uffici pubblici, anche quello di fare il punto sugli investimenti complessivi riguardanti il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Alacre il lavoro degli onorevoli commissari che, sotto la guida del presidente Paolo Coppola (PD), hanno già incontrato quasi trenta rappresentanti del mondo istituzionale e che, oggi, hanno ascoltato il Commissario del Governo in ordine allo stato di avanzamento del Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica amministrazione, documento indirizzo strategico ed economico con cui -per la prima volta- si definisce il modello di riferimento per lo sviluppo dell’informatica pubblica italiana e la strategia operativa di trasformazione digitale del Paese.
Piacentini, nominato nel settembre 2016 con il delicato compito di innovare tecnologicamente la PA, ha illustrato alla Commissione il contenuto e le metodologie del Piano. Diversi gli assi portanti del documento strategico, a partire dall’approccio mobile first e la creazione di architetture sicure, interoperabili e interconnesse, tutti elementi in grado di accompagnare leil cammino verso l’innovazione di una macchina pubblica piuttosto antiquata sotto tale profilo.
Anagrafica digitale, carta d’identità elettronica, cloud computing, identità digitale, razionalizzazione della spesa e sviluppo di progetti innovativi: queste le principali azioni da sviluppare nel triennio 2017-2019. Vera novità del documento strategico, la presenza di un forum aperto dove gli amministratori hanno la possibilità di accedere e porre le proprie domande sui diversi argomenti del Piano, in modo da fugare ogni dubbio e perplessità. Una metodologia di comunicazione nuovissima, con l’auspicio che tale interazione diventi presto la sola capace di far dialogare la P.A. in maniera diretta con i cittadini senza nessuna intermediazione.
L’intervento dell’On. D’Inca (M5S), a cui si sono affiancati anche i dubbi del presidente della Commissione Coppola e di Enza Bruno Bossio (PD) ha puntato l’attenzione sui tempi di attuazione delle iniziative e sulla necessità di eventuali risorse aggiuntive rispetto a quelle già stanziate, evidenziando nel contempo l’assenza, all’interno del documento, del tema delle competenze digitali, vero driver dell’innovazione pubblica.
Secondo il Commissario Piacentini, la problematica non va inquadrata soltanto sulle risorse economiche necessarie, quanto anche alle necessità di competenze tecnologiche all’intero della P.A., oggi purtroppo assenti. Da una parte vi è la problematica del dipendente chiamato ad interfacciarsi con i cittadino in modalità “digitale”, in secondo luogo vi è la necessità di acquisire personale capace di gestire processi di trasformazione, problematica che si rivolve unicamente creando i presupposti per attrarre tali qualifiche all’interno della P.A. .
L’incontro di stamane è stato utile anche per fare il punto sulle diverse azioni “digitali” intraprese dagli Enti pubblici negli ultimi tempi. Sui pagamenti elettronici, ad esempio, Piacentini ha illustrato i progressi di PagoPA, il sistema di pagamenti elettronici realizzato per rendere più semplice, sicuro e trasparente qualsiasi pagamento verso la Pubblica Amministrazione: ad oggi sempre più enti hanno attivato il servizio, garantendo più di 3 milioni di transazioni. L’obiettivo sarà quello di decuplicare il valore entro il prossimo anno.
Anche per SPID, il sistema di credenziali che permette a cittadini e imprese di accedere con un’unica identità digitale a tutti i servizi pubblici online, i progressi risultano notevoli, anche se c’è ancora molto da fare. Ad oggi risultano registrati quasi due milioni di cittadini, circa il 25% sono diciottenni.
In relazione al valore e alla spendibilità dell’identità digitale, gli interrogativi dell’On. Barbanti (PD) sono stati relativi al rapporto tra l’accesso con SPID ai servizi della aziende private, con particolare riferimento a quelli bancari, oggi non previsto. Su tale argomento, Piacentini ha rassicurato sulla progressiva apertura ai privati della possibilità di utilizzo di SPID per i propri servizi, e a stretto giro anche i diversi stati comunitari accetteranno l’identità elettronica per far accedere il cittadino italiano ai servizi delle pubbliche amministrazioni straniere.
L’interrogativo dell’on. Mucci (Civici e Innovatori) si è concentrato sulla duplicazione di servizi elettronici presenti in determinati enti, cosa che rallenta la migrazione agli strumenti previsti dal Piano. Esempio lampante è il Comune di Milano, dove già esistono altri sistemi di pagamento elettronico, sviluppati in proprio e diversi da PagoPA. Analoga situazione per i sistemi di autenticazione analoghi a SPID. In tale senso, lo sforzo, per Piacentini, è quello di coinvolgerei diversi fornitori e le molteplici software house progettando con esse percorsi comuni, facendo nel frattempo comprendere agli Enti i vantaggi di utilizzare i servizi innovativi centralizzati (sui costi e sulla qualità dei servizi erogati).
Insomma, il percorso avviato sta portando, seppur con lentezza, ai primi risultati. Un ruolo determinante sarà lo sviluppo non solo di una maggiore cultura “digitale” all’interno della macchina pubblica, ma anche di un alleggerimento burocratico nelle procedure di transizione verso l’innovazione, cammino che, per pesante eredità storica, è da sempre pigro e farraginoso.