A Palazzo Madama dal 2016. Ora al lavoro le Commissioni. Una terza lettura però ne sancirebbe la fine
Sembra essere stata superata del tutto la situazione di stallo che, da oltre un anno, aveva condannato al binario morto l’esame del Disegno di legge sul consumo del suolo nelle Commissioni Ambiente e Agricoltura del Senato.
Arrivato a Palazzo Madama in seconda lettura nel maggio del 2016, il provvedimento era stato infatti oggetto di sole audizioni di addetti ai lavori fino alla settimana scorsa, quando le Commissioni Ambiente e Agricoltura hanno finalmente adottato come testo base la versione del Ddl tramessa dalla Camera. Durante la seduta del 17 ottobre i relatori Laura Puppato (PD) e Mario Dalla Tor (AP) hanno poi annunciato che sono stati circa 210 gli emendamenti presentati al testo (il termine scadeva il 12 ottobre), tra i quali 28 di loro stessa iniziativa, e hanno affermato chiaramente che l’obiettivo della maggioranza è ora quello di modificare il Disegno di legge in vari punti, con il suo conseguente ritorno alla Camera.
Strutturato in 11 articoli, il Ddl sul consumo del suolo si pone l’obiettivo di tutelare l’attività agricola, l’ambiente e il paesaggio, indirizzando la pianificazione urbanistica e paesaggistica nella direzione del riuso e della rigenerazione urbana. Il provvedimento introduce la definizione di consumo di suolo come “incremento annuale netto della superficie agricola, naturale e seminaturale soggetta a interventi di impermeabilizzazione”, e tra i suoi contenuti più rilevanti figurano la definizione vincolante (con decreto del Ministero delle Politiche agricole) di una soglia di riduzione nazionale dell’uso del suolo, la delega al Governo per il varo di procedure che regolino la rigenerazione di aree urbanizzate degradate e la fissazione di un divieto di cambio di destinazione d’uso (della durata di 5 anni) per le superfici agricole destinatarie di aiuti dell’Ue.
Come si diceva poc’anzi, se il Senato metterà davvero mano al testo ne renderà inevitabile il terzo passaggio parlamentare. Considerando che nelle prossime settimane i lavori di Palazzo Madama saranno condizionati dall’esame in rapida sequenza del “Rosatellum 2.0”, del DL Fiscale e della Legge di bilancio 2018, e che la Legislatura quasi certamente si chiuderà subito dopo dicembre, le probabilità che l’iter del consumo del suolo possa concludersi sono a dir poco ridotte.