Tra discussione generale e audizioni, in Commissione sembra reggere l’asse sul “Rosatellum 2.0”. Ma in Aula la storia sarà diversa…
Per il momento sta scorrendo senza imprevisti la discussione del “Rosatellum 2.0” al Senato, dopo il via libera arrivato una settimana fa alla Camera.
L’esame della legge elettorale (per due terzi proporzionale e per un terzo maggioritaria) nella Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama ha avuto inizio martedì 17 ottobre, ed è stato finora contrassegnato dalla discussione generale sul testo e, nella mattinata di ieri, dalle audizioni di alcuni costituzionalisti, tra i quali figuravano Massimo Villone, Andrea Pertici e l’ex senatore Stefano Ceccanti. Alle 10 di stamani scade il termine per la presentazione degli emendamenti, la cui votazione dovrà concludersi entro le 11 di martedì 24 ottobre, data stabilita dalla Capigruppo del Senato per l’avvio della discussione della riforma in Aula.
L’asse sul provvedimento tra Partito Democratico, Alternativa Popolare, Lega Nord e Forza Italia sembra reggere senza patemi d’animo, sebbene durante un’assemblea dei senatori dem dedicata al “Rosatellum 2.0” siano state sollevate alcune critiche al testo (sarebbero intervenuti in questo senso il presidente della Commissione Bilancio Giorgio Tonini e Walter Tocci). Chiaramente, il vero ostacolo all’approvazione definitiva della riforma verrà dagli equilibri che si creeranno la prossima settimana nell’Assemblea di Palazzo Madama, dove i numeri e la sostanziale uscita di Mdp dalla maggioranza rendono rischiosa l’ipotesi di una nuova fiducia sulla legge elettorale, a meno che dalle opposizioni non arrivino sostegni “tecnici” all’Esecutivo.
Dunque, ciò che si sta vivendo assomiglia alla proverbiale quiete prima della tempesta, se si considerano le tensioni che la vicina campagna per le Politiche sta scaricando ogni giorno sul Parlamento e l’avvicinarsi, in Senato, di un autentico ingorgo dovuto all’apertura della sessione di bilancio.