L’uscita dalla maggioranza di Mdp ha effetti sugli equilibri della Bilancio. In vista maxi-emendamento e fiducia
di LabParlamento
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato l’autorizzazione per la presentazione alle Camere del bilancio di previsione dello Stato per il 2018 e per il bilancio pluriennale 2018-2020. Il provvedimento al Senato prende il numero 2960; relatrice la senatrice Magda Zanoni (PD). LabParlamento ne pubblica l’ultima bozza, in attesa dell’ufficializzazione. La sessione di bilancio sarà ufficialmente aperta con le comunicazioni del presidente Grasso nella seduta pomeridiana di domani 31 ottobre ore 17.
La sessione di bilancio si aprirà per interrompersi, però, di fatto immediatamente dopo, causa festività di Ognissanti ed elezioni in Sicilia. Per entrare nel vivo dei lavori bisognerà aspettare dunque un’altra settimana almeno, prima con le audizioni sul testo, poi con la presentazione degli emendamenti, entro venerdì 10. Considerando anche il cammino parallelo in Senato del decreto fiscale collegato, la legge di bilancio avrà un iter complicato, e non solo per i tempi.
Le maggiori incognite riguardano il percorso, rischioso, in Commissione Bilancio. La recente uscita di Mdp dalla maggioranza ha creato un reale problema di numeri per il presidente, Giorgio Tonini: su sedici senatori, quattordici siedono ora all’opposizione e dodici sono maggioranza. Ed anche se Verdini ed Ala decidessero di appoggiare il governo, come accaduto solo pochi giorni fa in Aula sulla legge elettorale, il conto non sarebbe comunque troppo favorevole: tredici contro tredici che, per il regolamento di Palazzo Madama, non basterebbe ai partiti di maggioranza ad incassare il via libera su emendamenti e ddl perché, in caso di parità di voti, le proposte, al Senato, non risultano approvate. Un problema per le modifiche che si vogliono apportare e che quindi, con ogni probabilità, confluiranno in un maxiemendamento su cui l’Esecutivo chiederà la fiducia intorno al 23-24 novembre, per poi passare alla Camera dal lunedì successivo.
Va infine considerato, seppur come variabile ad oggi remota, che la Commissione non riesca a finire per tempo i lavori entro il 21 novembre e che, come accadde per la Finanziaria del 2014 per problemi politici, il relatore potrebbe presentarsi in Aula senza mandato.