Generale plauso al rinvio dell’aumento Iva. Ma poi cominciano i rilievi. Gli interventi al Senato di Rete Imprese Italia, Confindustria e Alleanza Cooperative
Una grande luce e tante ombre. Questo è quanto emerge dalle audizioni di Rete Imprese Italia, Alleanza Cooperative italiane e Confindustria sulla legge di bilancio 2018, tenutesi ieri a Palazzo Madama.
Tutti d’accordo infatti nel riconoscere e valutare positivamente lo sforzo compiuto dall’esecutivo per evitare l’aumento dell’Iva che di fatto avrebbe fortemente minato la timida ripresa economica in corso.
Al plauso generale per la norma contenuta nell’art. 2 della legge di bilancio hanno però fatto seguito una serie di osservazioni molto meno positive, diverse a seconda dei settori e delle realtà economiche del Paese rappresentate dagli intervenuti.
Rete imprese Italia, per bocca del direttore generale di Confcommercio, Francesco Rivolta, ha infatti subito chiarito che le misure per la crescita delle imprese previste dalla manovra sono troppo poche. In particolare, il riferimento è allo spostamento dell’entrata in vigore dell’IRI al 2018 che comporterà la mancata riduzione della pressione fiscale per circa 250mila imprese, ma anche alla mancata deducibilità totale dell’Imu sugli immobili strumentali e alla mancata riduzione dell’Irap per le piccole imprese.
Perplessità sono state manifestate poi sull’introduzione dell’obbligo della fatturazione elettronica tra privati, tema rispetto al quale Rete imprese Italia ha suggerito di “procedere con estrema cautela nell’ambito di un progetto di medio periodo che coinvolga anche le rappresentanza d’impresa“.
Apprezzata invece l’introduzione di un incentivo strutturale all’occupazione giovanile, che “può rappresentare un primo intervento per la riduzione strutturale del costo del lavoro“. “Fortemente attesa” l’esclusione dei Fondi Interprofessionali dalla normativa sul bail in mentre, per quanto riguarda il credito di imposta per le attività di formazione, Rivolta ha definito “una inspiegabile complicazione” l’averlo subordinato alle attività sancite dai contratti collettivi territoriali o aziendali. “Fortemente negativa” invece, secondo Rete Imprese Italia, l’estensione della disciplina generale della vendita diretta alle imprese agricole “perché rappresenta un’impropria ed inopportuna invasione di campo che creerebbe un ingiustificato equilibrio delle dinamiche concorrenziali“.
Nel “cahier de doleances” della Rete, trovano infine spazio il turismo e l’autotrasporto. Al primo, è stato detto, “non vengono riservati interventi dedicati nonostante questo settore sia stato uno dei protagonisti principali della crescita al di sopra delle previsioni del Pil nazionale“, mentre per il secondo è stato chiesto di rifinanziare la sezione speciale per l’autotrasporto, considerati i positivi risultati riscontrati nel passato.
Sufficientemente critica anche Confindustria che, rappresentata dal Direttore Generale Marcella Panucci, ha bollato la legge di bilancio del Governo Gentiloni come un “passo indietro sul fronte fiscale”, evidenziando inoltre che alcune norme “rischiano addirittura di introdurre complessità operative a carico delle imprese“. Il riferimento è in particolare “all’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica tra imprese” che secondo la Confederazione di viale dell’Astronomia, in linea peraltro con quanto sostenuto da Rete Imprese italia, “è un processo di implementazione che deve essere accompagnato da un serio coinvolgimento delle associazioni di categoria, per analizzare preventivamente gli impatti sugli operatori e scongiurare il rischio che si generino ulteriori e più gravi criticità rispetto a quelle riscontrate con il nuovo Spesometro“.
Più in generale, secondo Confindustria, “il disegno di revisione degli adempimenti Iva è insufficiente” perché la fatturazione elettronica “dovrebbe far venir meno l’utilità dei meccanismi di reverse charge (domestico) e split payment che, conseguentemente, potrebbero essere eliminati“.
Nell’immediato, ha proseguito la Dott.ssa Panucci “è urgente ripristinare un termine congruo per l’esercizio della detrazione Iva in modo da restituire alle imprese un tempo adeguato per ricevere, controllare e registrare le fatture, senza mettere a rischio l’esercizio stesso del diritto di detrazione. L’eccessiva contrazione dei tempi – ha detto – mette a repentaglio il principio di neutralità dell’Iva ed espone il nostro Paese a censure comunitarie. Inoltre – ha specificato – appare distorsivo e miope l’intervento che esclude dalla base di calcolo (ROL) degli interessi passivi deducibili i dividendi distribuiti da società controllate estere. Si tratta di un correttivo introdotto,appena due anni fa, in sede di attuazione della delega fiscale con il preciso obiettivo di non penalizzare gli investimenti in società estere rispetto a quelli in società italiane”.
Positive, secondo Confindustria, le norme per dare sostegno all’occupazione dei giovani, ma alcuni meccanismi introdotti per evitare abusi nelle agevolazioni risultano particolarmente rigidi e rischiano di ridurre drasticamente gli effetti positivi della medesima norma.
Degno di nota il passaggio dell’associazione delle imprese italiane sul tema delle pensioni, rispetto al quale è stato espresso apprezzamento nei confronti del Governo per aver respinto le richieste in materia di età pensionabile.
L’audizione dell’Alleanza delle Cooperative italiane ha per molti versi riproposto riflessioni e osservazioni già avanzate da altri, ma su un punto si è nettamente distanziata, soprattutto rispetto a Confindustria e a Rete imprese Italia, e cioè nel giudizio rispetto alla fatturazione elettronica per tutti a partire dal 2019. Secondo le cooperative italiane bisogna infatti “accelerare il processo di universalizzazione e generalizzazione della fatturazione elettronica” per continuare a guadagnare terreno rispetto all’evasione fiscale. Insomma, una voce fuori dal coro su questo tema.
Molto graditi gli incentivi nel settore edilizio e diverse le richieste avanzate per promuovere sul piano fiscale la previdenza complementare e il cosiddetto prestito sociale, oggi penalizzato dalle norme esistenti secondo il mondo delle cooperative.
Richiamo importante anche sul tema della successione d’impresa e richiesta con forza una Legge nazionale quadro sulle cooperative di comunità nell’intervento del presidente della Legacoop Nazionale, intervenuto in rappresentanza della Alleanza delle cooperative italiane.
Importanti riferimenti, infine, sono stati fatti in occasione dell’audizione sia su temi attinenti la sfera più sociale delle attività delle cooperative sia sui temi dello sviluppo sostenibile.
Alla fine, come sempre accade in queste situazioni, ognuno ha “portato acqua al proprio mulino”, ma tutti sono concordi nel valutare positivamente la sterilizzazione dell’aumento dell’Iva.
Speriamo però abbiano valutato bene la norma che semplicemente sposta al prossimo anno il problema, senza risolverlo in via definitiva.
Scarica la memoria di Confindustria