In tre mesi verranno approfonditi l’attuazione dell’articolo 116 e gli sviluppi delle iniziative di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. A Milano e Bologna insediati i tavoli per la trattativa con il Governo
Approfondire le procedure di attuazione del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione e analizzare i possibili sviluppi delle iniziative intraprese da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna in ambito di autonomia.
Questi sono gli obiettivi dell’indagine conoscitiva deliberata, nella seduta di ieri 21 novembre, dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali, organo bicamerale (composto da 20 deputati e 20 senatori) titolare di competenze di carattere consultivo relative alle vicende inerenti agli Enti territoriali. A quanto prevede il programma approvato dalla Commissione, l’indagine si protrarrà per tre mesi (compatibilmente con l’eventuale conclusione della Legislatura) e consisterà nelle audizioni di rappresentanti del Governo, esponenti delle Regioni, magistrati e funzionari pubblici competenti.
Parallelamente, negli ultimi giorni si sono registrati importanti sviluppi sul fronte della trattativa su competenze e risorse tra Lombardia, Emilia-Romagna ed Esecutivo centrale. Con le riunioni celebrate venerdì scorso a Bologna e ieri a Milano, sono stati infatti ufficialmente insediati i due tavoli di confronto tra le Regioni e Roma. I temi sui quali verrà impostato il negoziato spazieranno dal lavoro alla salute, dalla tutela dell’ambiente alla ricerca, fino alle grandi reti di trasporto, al coordinamento della finanza pubblica e al commercio estero.
“Il Governo valuterà le richieste nel giro di due settimane e ci darà una risposta. A quel punto, inizierà la trattativa vera e propria che mi auguro si concluda entro fine dicembre. A gennaio invece il negoziato sarà sulle risorse, da chiudere entro la fine di quel mese con un accordo che eviti la contaminazione della campagna elettorale”. Il presidente lombardo Roberto Maroni ha descritto in questo modo il percorso che seguirà assieme al collega emiliano Stefano Bonaccini, venendo tuttavia parzialmente smentito dal sottosegretario agli Affari Regionali Gianclaudio Bressa.
Il rappresentante del Governo ha infatti “gettato acqua sul fuoco”, definendo in primis “assolutamente impossibile che la Regione Lombardia ottenga l’affidamento di tutte e 23 le materie, così come che il Veneto possa trattenere i nove decimi delle tasse”, dal momento che il regionalismo differenziato garantito dall’art. 116 “è su singole materie e competenze, altrimenti saremmo in presenza di Regioni a statuto speciale”. Inoltre, Bressa ha affermato di preferire la chiusura di “un accordo limitato su poche materie” per evitare la possibilità di sconfessioni da parte della Corte Costituzionale, confermando che solo dopo aver definito i temi oggetto di maggiore autonomia si potrà discutere dei fondi da destinare a Lombardia ed Emilia-Romagna per la gestione dei nuovi servizi.