Transizione scuola-lavoro e servizi per l’impiego. Un convegno a Milano ha fatto il punto su cause e provvedimenti del fenomeno negativo
di Valentina Magri
E’ ormai risaputo il triste primato degli italiani di 15-24 anni rispetto ai coetanei degli altri paesi europei per tasso di NEET (Not in Employment, Education or Training), ossia i giovani che non studiano, non lavorano e non frequentano corsi di formazione. “NEETING2”, il secondo convegno internazionale organizzato a Milano, venerdì scorso, da Istituto Toniolo e Fondazione Cariplo, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha fatto il punto su cause e possibili provvedimenti per arginare il fenomeno.
Il record italiano del tasso di NEET è sintomo della difficile transizione dalla scuola al lavoro in Italia. Il principale provvedimento preso dal Governo italiano è stato il programma Garanzia Giovani, rivolto ai NEET di 15-29 anni. Il programma per definizione esclude i giovani di 30-34 anni, sebbene anche molti di loro siano NEET, ha ricordato Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica Sociale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e membro del gruppo operativo Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo. A suo avviso, la Garanzia Giovani ha dato dei risultati incoraggianti, ma non del tutto soddisfacenti: non c’è stata infatti una grande variazione tra il tasso di NEET pre-crisi e lo stesso tasso dopo l’attuazione della Garanzia Giovani, che è riuscita a intercettare solo 1,2 su 2,5 milioni di NEET italiani.
Un altro problema contro cui ha puntato il dito Francesco Pastore, docente di Economia all’Università della Campania Luigi Vanvitelli, è la lunghezza degli studi dei giovani italiani, che abbandonano gli studi prematuramente oppure li completano con eccessivo ritardo, cui si devono aggiungere altri 44,8 mesi circa per ottenere un contratto a tempo indeterminato. A ciò si aggiungono servizi per l’impiego che non funzionano (concausa della limitata efficacia della Garanzia Giovani) e un job placement attuato dalle reti di parenti e amici anziché dalla scuola, ponendo in una condizione di significativo svantaggio coloro che non godono di reti forti. Un’altra zavorra alla Garanzia Giovani sono state la crescita che latita e l’incertezza che prospera, per cui le imprese sono restie ad assumere a tempo indeterminato i giovani.
Un altro suggerimento dell’economista è stato quello di potenziare l’apprendistato, l’alternanza scuola lavoro e magari rendere possibile l’attuazione dell’apprendistato alla tedesca, perlomeno nelle scuole cui piacerebbe sperimentarlo. Nel corso del convegno, è stato anche presentato da Benedetta Angiari NEETwork, un progetto di successo per riattivare i NEET, di cui è responsabile all’interno della Fondazione Cariplo dal lancio (2015). Il progetto, rivolto ai giovani NEET lombardi di 18-24 anni con licenza media o livello di istruzione inferiore a esso, ha identificato oltre 41 mila ragazzi potenzialmente in possesso dei requisiti attraverso campagne online, segnalazioni di organizzazioni no profit e database di Adecco e centri per l’impiego.