Il presidente dell’Emilia-Romagna in audizione. “Dalle riunioni generali ai colloqui tra Ministeri e Assessorati”. Obiettivo: intesa con il Governo entro gennaio 2018
Nuova audizione sul tema dell’autonomia per il governatore dell’Emilia-Romagna (e presidente della Conferenza Stato-Regioni) Stefano Bonaccini. Dopo la convocazione dello scorso novembre presso la Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale, l’esponente del Pd è stato infatti ascoltato stamattina dalla Commissione per le questioni regionali sull’attivazione dell’articolo 116 della Costituzione.
Una volta ribadita la diversità (rispetto ai referendum di Lombardia e Veneto) del percorso seguito dall’Emilia-Romagna per richiedere maggiori competenze allo Stato, con annesse prese di distanza dalle rivendicazioni del Nord-Est sul residuo fiscale, Bonaccini ha fatto il punto sugli ultimi sviluppi del negoziato che la “sua” Regione sta conducendo con il Governo.
Iniziate il 18 novembre, le trattative che Emilia e Lombardia stanno portando avanti con Roma sono già in fase avanzata, in quanto dai primi incontri ricognitivi sulle materie in discussione si è passati ai colloqui tra i Ministeri e gli assessorati competenti per le singole competenze oggetto di possibile intesa. In tal senso, in questi giorni si sono svolte o si svolgeranno riunioni su rapporti con l’Ue, ambiente, sanità e lavoro, alle quali non è escluso che partecipi anche il Veneto, che dallo scorso venerdì ha avviato i contatti con l’Esecutivo. Come ricordato dal Governatore, l’Emilia-Romagna chiede il trasferimento di “sole” 12 delle 23 competenze individuate dall’art.117 della Carta (riassumibili nelle macroaree lavoro e formazione professionale, internazionalizzazione delle imprese, ambiente e infrastrutture e politiche della salute), cui si sono aggiunte in un secondo momento specifiche richieste su agricoltura e cultura.
L’obiettivo di Stefano Bonaccini continua a essere la chiusura di un’intesa con il Governo entro gennaio 2018, in modo che sia il prossimo Parlamento a pronunciarsi sulla Legge per l’attribuzione di maggiore autonomia, da approvarsi a maggioranza assoluta dei componenti delle Camere. Nel caso non fosse possibile rispettare questa tempistica, il Presidente emiliano ha tuttavia chiarito che riprenderà la discussione dopo le elezioni Politiche, aggiungendo che se un eventuale accordo tra Roma e Bologna venisse ignorato sarebbe “pronto a portare i cittadini in piazza”.