Sembra un motto elettorale già pronto quello con cui una Giorgia Meloni con la consueta energia ha chiamato i suoi delegati alla sfida per il governo dell’Italia e l’assemblea ha risposto con una standing ovation.
Il discorso di chiusura della leader di Fratelli d’Italia è stato un discorso chiaro a sostegno dell’identità nazionale, orgoglio di destra, senza complessi d’inferiorità. In una Milano assolata ed in grande spolvero nel salotto buono del City Life, Fratelli d’Italia ha lanciato la sua sfida alla sinistra ed al centrodestra, pronta al confronto con la prima ed all’alleanza con il secondo, si è detto da pari e senza timori referenziali.
Giorgia Meloni, il giorno del 1 Maggio, ha toccato argomenti sociali, parlando delle difficoltà del lavoro e delle morti bianche con un ricordo di Luana D’Orazio morta per un orditoio manomesso per produrre l’8% di più. Nel giorno occupato da sempre dalla retorica di sinistra, un partito di destra alza la voce contro la tragedia delle morti sui luoghi di lavoro con un messaggio chiaro: occorre incentivare l’imprenditoria giusta e capace senza nessuna pietà per chi non rispetta le regole.
Fratelli d’Italia, secondo le intenzioni della sua leader, è quindi una forza politica a tutto campo che non ha paura di affrontare la sinistra sul lavoro e sui diritti sindacali. Nessun timore neppure sulla politica estera, sull’Europa, sulla Nato, con il comune denominatore che l’Italia non è serva di nessuno e che gli italiani hanno il dovere di tutelare i loro interessi con eguale dignità in tutte le istituzioni internazionali.
Insomma, sembra avviato quel processo di dissolvenza dello status di figli di un Dio minore, di setta minoritaria che ha afflitto la destra in questi anni di repubblica. Giorgia Meloni lo ha ribadito, anzi ha inviato i suoi delegati ed iscritti a guardare a testa alta al futuro, senza timori, ed ha sfidato la sinistra sui temi e sui programmi.
La conferenza di Fratelli d’Italia ci restituisce un’immagine moderna della destra italiana, primo partito nei sondaggi, con una classe dirigente in fieri, in completo blu od in tailleur, convinta ed assertiva, compatta dietro alla Presidente che parla finalmente da convito leader di un partito di governo e, perché no, da futuro premier.
Manca un anno alle elezioni, ha argomentato la Meloni, un tempo enorme per convincere gli italiani che il declino non è un destino e che l’essere supini dei poteri forti e della globalizzazione coatta, come ci ha imposto una serie impressionante di governi a guida di sinistra, ha un’alternativa nella proposta di Fratelli d’Italia.
Certo, il malato Italia è stato ridotto ai minimi termini dai servi della globalizzazione, dalla politica supina di sinistra e non sarà facile dare fiducia ad un popolo spaventato e stanco, anche perché una sinistra senza più idee è sempre pronta ad evocare temi di razzista esclusione della dignità politica della destra.
Insomma, a destra c’è vita, perfettibile sicuramente, ma c’è un programma ed un progetto per il futuro dell’Italia, questo il messaggio che Fratelli d’Italia manda agli italiani attraverso i suoi delegati.
Ridare dignità all’Italia ed agli italiani questo il messaggio di Giorgia Meloni sostenuta dal suo popolo compatto, senza correnti, senza dissensi sterili, senza divisioni ed atteggiamenti divisi caratteristici di altri movimenti. Milano, ha detto Vittorio Feltri dal palco di Fratelli d’Italia, è il luogo dove sono nate le novità politiche del paese, sarà così anche per Fratelli d’Italia al futuro governo dell’Italia?
E’ presto per dirlo, ma le sensazioni sembrano buone, purché il partito si apra convintamente alla società civile senza timore di contaminazioni positive dal nuovo consenso popolare, perché la politica è compromesso da cercare sempre al rialzo e mai al ribasso come accaduto in Italia negli ultimi venti anni.
Sarebbe un errore evitare l’inclusione di chi non ha pedigree di destra, questa la sfida, acquisire energie positive sulla condivisione dei programmi, questo porta consenso nuovo e può dare la chance di un futuro governo conservatore in Italia, come già avviene altrove in Europa.