Allo studio alcuni sistemi che regolano le prestazioni di lavoro occasionale nei Paesi del “vecchio continente”
di Fabio Gnoffo
L’istituto del lavoro accessorio (c.d. voucher) introdotto da un decreto attuativo della legge Biagi, il DL n. 276 del 2003, non è più presente tra le normative del diritto del lavoro italiano per effetto del decreto legge che ne prevede la soppressione approvato dal Consiglio dei Ministri n.18 di venerdì scorso. La norma prevede un periodo di transizione per consentire l’utilizzo, fino al 31 dicembre 2017, dei voucher già richiesti alla data di entrata in vigore del decreto legge.
Nel corso della conferenza stampa il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha affermato che “il Governo userà le prossime settimane per rispondere ad una esigenza che certamente l’eliminazione dei voucher non risolve, per una regolazione seria del lavoro saltuario e occasionale”, concetto ribadito dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che assicura massimo impegno nel colmare il vuoto normativo che si è venuto a creare, sottolineando come si stia già lavorando ad una analisi dei modelli europei esistenti.
Allora guardiamo all’Europa e ai suoi principali modelli normativi che regolano le prestazioni di lavoro, che sono per la loro natura occasionali e accessorie.
In Germania nel 2003 la riforma Schroeder, con la Legge Hartz, ha disciplinato le forme di prestazione occasionale di lavoro (“Geringfügig Beschäftigte”), introducendo la tipologia contrattuale dei “Mini Jobs” quale modalità di esecuzione della prestazione entro determinati limiti temporali e retributivi. La regolamentazione dei rapporti di lavoro di tipo occasionale è nata anche per offrire uno strumento di contrasto al lavoro nero, fino ad allora molto diffuso in Germania.
I “Mini Jobs” sono una forma contrattuale remunerata con non più di 400 euro al mese, per un massimo di 15 ore settimanali, la cui contribuzione, previdenziale e sanitaria, è esclusivamente a carico del datore di lavoro mediante un’aliquota fissa. Da sottolineare che con l’articolo 35 bis della Legge sulla fiscalizzazione del reddito tedesco (EStG) si sono introdotte misure specifiche di deducibilitàà al fine di promuovere questa tipologia contrattuale.
In Francia la legge 2005-841 del 26 luglio 2005 relativa allo sviluppo dei servizi alla persona, ha introdotto i Chèque Emploi Service Universel (CESU).
I CESU sono una sorta di libretto assegni nominativo in cui ciascun assegno deve essere compilato dal titolare che dovrà inserire l’importo netto da pagare, il nome della persona che ha effettuato il servizio, il numero di ore lavorate ed il costo orario.
Questi assegni vengono utilizzati dai privati cittadini residenti in Francia per il pagamento di prestazioni rese nell’ambito dei servizi alla persona.
Per quanto riguarda le imprese, nel 2009 sono stati introdotti i Titre emploi service entreprise (Tese), buoni utilizzabili da imprese fino a 9 dipendenti o da imprese che, superando tale soglia, hanno il vincolo di utilizzare lavoratori occasionali per non più di 100 giorni o 700 ore all’anno.
In Spagna non esiste alcun sistema che preveda l’utilizzo di strumenti come il voucher o il buono lavoro per il pagamento di servizi o lavori di tipo occasionale.
I c.d. lavori domestici sono regolati dal Regio Decreto 1424/85, che si applica ai servizi retribuiti resi presso una famiglia. Per queste prestazioni valgono le regole relative ai normali contratti di lavoro, il più delle volte contratti a tempo determinato anche di brevissima durata.
Infine, in Gran Bretagna c’è da notare come non esistano specifiche disposizioni in materia di contratti di lavoro occasionale o accessorio perché la regolamentazione è lasciata in gran parte al mercato.
Per quanto riguarda i servizi alla persona è stata introdotta nel 2005, dal National Child Care Strategy, una regolamentazione per questa tipologia di rapporti di lavoro. E’ previsto che le imprese possano offrire ai propri dipendenti dei voucher, per un importo massimo di 55 sterline settimanali o 243 mensili da spendere in servizi per l’infanzia.
Dopo il Consiglio dei Ministri di venerdì si apre dunque una nuova fase per il nostro Paese che è chiamato a rispondere all’esigenza di dare una cornice normativa al lavoro saltuario e occasionale.
Vedremo nelle prossime settimane come il Governo intenderà risolvere la questione.