L’opzione più giusta, senza dire quella peggiore. Il presidente Usa, Joe Biden, ha difeso con forza quella che ha definito “la scelta migliore” per l’America. “Mi rifiuto di continuare una guerra che non serve più l’interesse vitale degli americani”, è stato il messaggio del presidente, che ha parlato alla nazione dalla Casa Bianca, all’indomani della partenza dell’ultimo soldato americano dall’Afghanistan, 24 ore prima della scadenza finale fissata al 31 agosto.
Biden ha spiegato la sua scelta (“mi prendo tutta la responsabilità“) in una strategia più ampia, di un “nuovo mondo”, in cui “le minacce da cui difendere l’America non sono più quelle del 2001″, vale a dire il terrorismo di Al Qaeda che fece scattare l’invasione dell’Afghanistan”. “E’ finita l’era delle grandi missioni militari per rimodellare altri Paesi”, ha annunciato, “mi rifiuto di mandare ragazze e ragazzi americani a combattere una guerra che doveva finire molto tempo fa” dopo oltre 2.300 miliardi di dollari (300 milioni al giorno) spesi e più di 2.400 morti tra militari e civili.
La nostra strategia deve cambiare, non abbiamo bisogno di fare la guerra sul campo, possiamo colpire i terroristi in modo nuovo, come abbiamo dimostrato la settimana scorsa”, ha detto riferendosi all’attacco con un drone che ha ucciso due alti esponenti di Isis-K, il gruppo terroristico responsabile dell’attentato che ha fatto quasi 200 vittime all’aeroporto di Kabul, tra cui 13 soldati americani.
E rivolgendosi direttamente proprio al ramo locale dell’Isis, Biden ha avvisato: “Non abbiamo ancora finito con voi e tutti coloro che vogliono fare del male all’America devono sapere che daremo loro la caccia fino alla fine del mondo”. La minaccia prioritaria per gli Usa di Biden è la “competizione” con Cina e Russia. Ma non solo. “Ci troviamo ad affrontare attacchi cyber e minacce nucleari. Non c’era niente che Cina e Russia volessero di più che vedere gli Stati Uniti in Afghanistan”, ha spiegato il presidente, garantendo che gli Usa rimangono impegnati nella lotta al terrorismo e sottolineando che il principio guida della sua politica estera sarà sempre “l’interesse della sicurezza nazionale”.