Manfredi e Orlando Samperi sono due fratelli che nel 2015 hanno trovato il coraggio di investire in un progetto al gusto di malto, passione e distillati. “Al 77” è un pub e cocktail incastonato tra le mura storiche del quartiere San Pellegrino, dove la Viterbo medievale si fonde con il beverage di qualità.
Manfredi ci racconta che il nome del loro locale non c’entra niente con i numeri civici, ma ha una storia tutta musicale, punk per la precisione: “Chiedi al 77 se non sai come si fa” cantavano i CCCP negli anni ’70. Mezzo secolo dopo, sull’eco di questa strofa, sono i Samperi al “quadrato” ad illustrarci “come si fa”, ma a suon di drink e birre stavolta.
Ma perché “al 77” ha aperto proprio a Viterbo?
“Siamo romani ma amiamo questa città; ci abitiamo, ormai è casa nostra e, di conseguenza, abbiamo creduto in questo progetto”. Manfredi con le sue parole trasmette la voglia di investire nella città che non è la loro di origine ma che li ha amorevolmente accolti e che loro, per sdebitarsi, vogliono trasformare in una protagonista del bere di alto livello.
“Io mi occupo della parte mixology, mentre mio fratello Orlando, che è un professionista della birra, sceglie le etichette da far assaggiare ai nostri clienti; se assaggi una birra che ti piace e la volta dopo la vuoi bere di nuovo, non la trovi perché ce ne sono sempre di diverse”.
Sessanta etichette di birre artigianali, una discreta selezione di vini e la drink list che Manfredi cura e modifica radicalmente ogni sei mesi; la scelta è ampia e qualità e ricerca sono le parole d’ordine che animano la vita professionale dei fratelli Samperi.
Al 77 non si mangia, si spizzicano patatine e noccioline, mentre, le luci della ribalta sono concentrate esclusivamente sul bere, almeno per il momento.
“Ho partecipato alla Cointreau Margarita World Competition e il mio cocktail “Margarita Dolcevita” si è classificato tra i primi 10 al mondo”.
Il nome del drink di Manfredi è un chiaro omaggio al mondo della letteratura, mentre gli ingredienti, metzcal a parte, onorano la Tuscia viterbese con lamponella, tisana a base di foglie di lamponi dei Monti Cimini, sciroppo di olive di Vetralla e succo di limone.
Margarita Dolcevita non è l’unica “opera” ad ottenere riconoscimento nel settore mixology: alla lista bisogna aggiungere le miscelazioni consigliate dalla rivista Bar Giornale. “Truffleato”, il drink a base di tartufo creato per la Molinari, con cui i due fratelli collaborano, insieme a “Shelby”, un cocktail a base gin, vermout e whisky, pensato con tre distillati senza parte analcolica.
Quando chiediamo a Manfredi Samperi se c’è un drink a cui è particolarmente affezionato, lui risponde che ne esiste uno iconico, il suo nome è “Shangai del Grappa”, una Bassano d’Oriente visto che, insieme a grappa celtica, sciroppo di frutti rossi e succo di limone c’è il liquore al litchi che completa un cocktail agrodolce servito in una fishball in cui la miscelazione sostituisce acqua e pesci.
E la clientela di riferimento? È eterogenea, con avventori del locale che spaziano dagli studenti, sia italiani che erasmus, fino alle persone più mature.
“Al 77 è molto frequentato da giovani e giovanissimi, che fanno soprattutto asporto, il nostro obiettivo è invecchiare la clientela per contenere gli schiamazzi e coccolare chi predilige consumare al tavolo”.
Si punta sulle old generation per amplificare la parte culturale e lo studio che i fratelli Samperi mettono in ogni bicchiere preparato e bevuto al 77.
E il rapporto soci – parenti funziona sempre?
“Discutiamo ovviamente, il confronto è necessario per migliorare, ma andiamo d’amore e d’accordo”.
Ecco la chiave di lettura tra questi due ragazzi che non condividono solo il lavoro, ma anche un legame forte che prima ancora di richiamare alla fratellanza, parla di fiducia, la stessa che hanno riposto 6 anni fa nel loro progetto e che, oggi si può considerare ben riposta.