La decisione dei pretendenti di aspettare l’esito elettorale non ferma però la trattativa sindacale
di Rita Murgese
Con la nuova Legislatura ai blocchi di partenza la trattativa sulla cessione di Alitalia troverà una conclusione. Lo spera sopratutto il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che addirittura avrebbe voluto chiudere la vendita durante questi giorni prima del voto elettorale. I pretendenti invece hanno preferito seguire una linea più cauta e così proprio martedì scorso, Calenda ha ufficializzato su twitter lo stand by degli acquirenti: “Avrei già chiuso ma i pretendenti hanno frenato causa elezioni”.
Sulla questione si è pronunciata poche ore fa anche la commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, rispondendo a una domanda sullo slittamento a dopo le elezioni della cessione di Alitalia: “I tempi della vendita li decide il governo italiano”. Lo stesso Esecutivo, rappresentato da Carlo Calenda, che da Bruxelles ha rassicurato: “Se me ne occupo io del dossier Alitalia, dopo le elezioni, la gara non salta, altrimenti se se ne occupa qualcun altro non lo so”. “Per esempio – ha aggiunto – mi sembra che Salvini abbia con chiarezza l’idea di mantenere l’Alitalia pubblica e metterci altri soldi, cosa che detta dal leader della Lega che combatteva gli sprechi di Stato… si vede che il mondo è cambiato parecchio”.
Anche il sindacato di base Usb spinge per la nazionalizzazione della compagnia: “Abbiamo dimostrato che c’è la convenienza per tutto il Paese, ci sono i numeri, le competenze e gli scenari giusti per riprendersi”.
Intanto sempre dalla compagine governativa è intervenuto il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio: “Alitalia, come Meridiana, deve avere un piano di rilancio e di sviluppo. Noi non la svendiamo perché sarebbe un errore, non devono pagare i contribuenti italiani e la compagnia sta volando ora in maniera efficiente”.
Della stessa efficienza ne ha tenuto conto il segretario nazionale del Partito democratico, Matteo Renzi, che durante una manifestazione elettorale con il ministro Delrio ha richiesto un applauso per Alitalia, risultata la prima compagnia per puntualità nel gennaio 2018.
Per il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, la compagnia aerea ha invece ancora molti problemi da affrontare anche perché “ad oggi ha un numero eccessivo di dipendenti”. “Sono 14.000 – ha sottolineato Berlusconi nel corso di un incontro con gli imprenditori associati ad Assolombarda – a fronte di 21 milioni di passeggeri trasportati ogni anno. Ryanair ne ha 6.000 e trasporta 61 milioni di viaggiatori”.
Non rincuora il contenuto della nota arrivata pochi giorni fa dal Mise sui tavoli di crisi aperti in Italia: dai 119 del 2012 si è passati ai 162 del 2017, mentre i dipendenti interessati dai tavoli erano 118.000 sei anni fa e 180.000 l’anno scorso. Con una crescita del +37% che “deriva dall’ingresso di alcune grandi imprese, come appunto Alitalia e Almaviva che da sole occupano oltre 20.000 dipendenti”.
Ma chi sono i pretendenti di Alitalia?
È necessario specificare in apertura che ad oggi il governo non si è proclamato soddisfatto. Graziano Delrio è stato molto chiaro: “Abbiamo sempre detto che avremmo concluso quando l’offerta sarebbe stata all’altezza, con una prospettiva di sviluppo e oggi le condizioni non ci sono”. D’accordo il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che ha aggiunto: “Le preferenze ci sono sulla base dei contenuti, ma i contenuti non sono ancora sufficientemente definiti per prendere una decisione”.
Nel frattempo l’ipotesi di una nuova cordata a quattro tra le compagnie Easyjet, Air France-Klm, Delta Airlines e il fondo di investimento Cerberus, si è palesata come una notizia incerta. Da Parigi hanno solo sottolineato di essere interessati ad Alitalia come partner nell’alleanza Skyteam, temendo che la compagnia di possa finire nelle mani della Lufthansa, la quale porterebbe Alitalia all’interno dell’alleanza Star Alliance.
Intanto la seconda cosa certa dell’infinita storia dell’Alitalia, dopo la cessione post 4 marzo, è la continuazione della trattativa sindacale. Nota più importante è quella che risale al 16 febbraio quando azienda e rappresentanti di categoria hanno siglato una nuova proroga del contratto collettivo, in vigore fino al 30 aprile.