di V.Sor
Un nuovo piano industriale per la new company ITA, una flotta di 45 – 47 aerei ed un organico di 4.500 – 4.800 dipendenti. Decollerà a giugno o luglio la nuova compagnia di bandiera, all’insegna della discontinuità con il passato e dell’orientamento al mercato. Tre i miliardi messi sul piatto dall’attuale governo ma la compagnia dovrà essere in grado di volare con le sue gambe, senza altri aiuti statali. Dovrà avere una struttura snella, assicura il Ministro Giorgetti, in audizione il 17 marzo, alla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. La nuova compagnia aerea garantirà l’accesso dell’Italia al cargo business e la vocazione al turismo ma, se sarà troppo pesante non potrà volare, commenta Giorgetti, con parole che lasciano presagire tempi duri per i dipendenti che non saranno assorbiti in ITA. Numeri stimati intorno a 6.000 lavoratori in esubero per i quali serviranno garanzie e percorsi di ammortizzatori sociali da concordare con i Ministeri competenti.
Intanto il piano industriale della new company va avanti tra dibattiti e negoziazioni a livello europeo, in particolare con la commissaria alla concorrenza Vestager. La compagnia dovrà puntare su digitalizzazione e competitività a livello internazionale, dovrà stringere alleanze strategiche in grado di rilanciarsi sui mercati esteri e sfidare sul mercato interno la forte concorrenza delle low coast come Ryan Air e EasyJet che hanno invaso le rotte nazionali. Le strutture operative cresceranno gradualmente nel tempo ma inizialmente l’organizzazione logistica punterà sugli Aeroporti di Fiumicino in veste di hub e su Milano Linate. E’ proprio su Linate che si concentra la diversità di vedute tra la Commissione Europea e la compagnia che detiene i due terzi dei diritti di decollo e atterraggio, difficili da cedere come vorrebbe l’Europa. Intanto vanno avanti le gare aperte sui rami handling e manutenzione e la vendita della divisione Loyalty che gestisce il programma di fedeltà MilleMiglia.
Alitalia, in amministrazione straordinaria dal 2017, ottiene oggi lo sblocco della trattativa con l’UE per gli indennizzi dei danni causati dal blocco del mercato e dalla pandemia da COVID 19. E’ importante, sottolinea Giorgetti, che non nascano tensioni sociali, occorre garantire il pagamento regolare della cassa integrazione e degli stipendi. Ma questo obiettivo dovrebbe essere ormai raggiunto, grazie ai 55 milioni messi a disposizione dall’Unione Europea, dopo le trattative con la Commissaria Vestager.
La richiesta presentata il 15 marzo dall’amministrazione straordinaria al Mise, integrata per i danni subiti nel mese di dicembre 2020, dovrebbe essere soddisfatta e gli stipendi di marzo pagati senza ritardi.
Intanto Cgil, Cisl e Uil continuano a contestare le scarse prospettive occupazionali offerte ai dipendenti ed esprimono forte preoccupazione per il futuro dei tanti lavoratori Alitalia in amministrazione straordinaria. Continuano a chiedere risposte nella direzione della tutela dell’occupazione e dello sviluppo per un settore caratterizzato da un indotto economico non trascurabile.
La crisi decennale della compagnia sembra dura a morire e, in un modo o nell’altro, continuerà, ancora a lungo, a pesare sulle casse pubbliche e sulle tasche degli italiani.