Audizione del Ministro dei Trasporti a Montecitorio, dai problemi della compagnia alle ragioni del commissariamento. Mercato italiano con possibilità di crescita
Alitalia, una risorsa purchè l’asset rimanga integro. È andata in scena nel primo pomeriggio di ieri l’audizione, alla Camera, del Ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, sulla situazione della compagnia di bandiera. Il ministro, davanti alle Commissioni riunite Trasporti e Attività Produttive, ha raccontato il punto di vista del Governo sulla crisi della società. Un evento che è seguito all’audizione parlamentare dei tre commissari voluta dal Governo Gentiloni.
“La crisi di Alitalia va contestualizzata, perché non è il settore aereo ad essere in difficoltà ma l’azienda – spiega Delrio – i pochi voli per abitante testimoniano un mercato italiano che ha ottimi margini di crescita”.
Il ministro poi è passato ai numeri dei passeggeri delle principali compagnie europee nel 2005 e nel 2015. E qui il quadro, per la compagnia di bandiera, è desolante. Easyjet è passata da trenta milioni a settanta, Ryanair è andata oltre i cento e solo Alitalia presenta un dato negativo: trenta milioni di passeggeri nel 2005 e ventitré nel 2015. “Chi ha saputo interpretare le dinamiche del mercato è riuscito a intercettare bene le esigenze di mobilità” chiosa Delrio.
La connettività, sostiene il ministro, ha un rapporto di proporzionalità con il PIL pro capite: più si è connessi, più si è ricchi. Anche per questo, a livello europeo si sta discutendo su uno spazio aereo UE che renda più agili e fluide le negoziazioni.
Delrio è certo che le peculiarità italiane possano rappresentare un punto di forza e non di debolezza. Su questo fronte, il ministro cita la rete di piccoli aeroporti che hanno dato esempio di efficienza, un modello-Puglia che il Governo vorrebbe trasferire anche in Sardegna e Calabria.
Il ministro ha anche parlato degli errori fatti in passato, in primis sulla concorrenza sbagliata con la TAV.
“L’alta velocità ha dimezzato il mercato aereo interno – precisa – non aver intuito che l’alta velocità avrebbe spostato le preferenze dei passeggeri è stato un errore strategico”. Tra i vari problemi di Alitalia, Delrio individua i costi del carburante troppo alti, i contratti di leasing onerosi e la necessità di riammodernare la flotta, “visto che un aereo Easyjet contiene 160 passeggeri e uno di Alitalia 109”.
Capitolo concorrenza delle low-cost: l’ex sindaco è fermo nello smentire che ci siano state iniziative governative tese a favorire le compagnie low-cost. “Non è vero che esiste un mercato riservato, i bandi sono pubblici e gli incentivi a disposizione di chi li vuole usare – spiega – la verità è che la flotta di Alitalia non avrebbe i mezzi a disposizione per fare concorrenza”.
Delrio poi ricorda il piano del Governo, una strategia a medio-lungo raggio che prevedeva un taglio dei costi per 160 milioni di euro e un taglio degli stipendi dell’8% che sarebbe stato rigenerato dopo due anni con il segno positivo. “Ma il referendum tra i lavoratori ha respinto la proposta – ammette il ministro – e quindi abbiamo dovuto procedere verso il commissariamento”.