Ok definitivo al testo con Pd, M5S, Mdp e singoli voti “di coscienza”. Tra le novità, disposizioni anticipate di trattamento e diritto di rifiutare cure ed esami
Il Senato ha approvato poco fa, in via definitiva, il Disegno di legge in materia di biotestamento. 180 sono stati i sì ottenuti dal provvedimento (sul quale si è registrata la convergenza di Pd, M5S, Mdp e singoli voti “di coscienza”), mentre 71 sono stati i no e 6 gli astenuti.
Va dunque in porto quello che, con tutta probabilità, sarà l’ultimo provvedimento di peso (Legge di bilancio esclusa) a ottenere l’ok delle Camere prima della fine della Legislatura. A favore del testamento biologico, che fino a qualche settimana fa sembrava destinato a rimanere nei cassetti della Commissione Sanità di Palazzo Madama, hanno giocato la volontà del Partito Democratico di inviare sui diritti civili dei segnali distensivi alla sua sinistra e il consenso che il testo ha raccolto nel Paese, a differenza di quanto accaduto per lo Ius soli, ormai su un binario morto.
Strutturata in 8 articoli, la nuova Legge dello Stato si pone l’obiettivo di tutelare l’autodeterminazione delle persone e stabilisce che nessun trattamento sanitario potrà essere iniziato o proseguito senza il consenso informato del paziente. Tra le disposizioni più rilevanti della norma, figurano la possibilità di esprimere con le DAT (Disposizioni anticipate di trattamento) le proprie volontà in materia di cure o terapie in caso di futura incapacità nel decidere e il diritto di rifiutare accertamenti diagnostici o trattamenti. Il Ministero della Salute dovrà trasmettere alle Camere ogni anno, entro il 30 aprile, una relazione sull’applicazione del provvedimento, ed entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore sarà tenuto (al pari delle Regioni e delle Aziende sanitarie locali) a informare i cittadini della possibilità di redigere le DAT.