Il ministro dell’Economia in audizione parlamentare sul Def. Aumento Iva in bilico. Timori per l’onda protezionistica
Di LabParlamento
L’eventuale protrarsi della fase di incertezza politica in Italia potrebbe essere “potenzialmente in grado di frenare in particolare la diffusa partenza degli investimenti”. Lo ha sottolineato oggi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in audizione sul DEF presso le Commissioni Speciali di Camera e Senato, spiegando che proprio per questo le stime di crescita contenute nel Documento sono state orientate alla cautela. A pesare sono peraltro anche “i rischi geopolitici di medio termine che si sono più chiaramente evidenziati negli ultimi mesi”.
“Il Governo – ha ricordato Padoan – ha elaborato il Def 2018 in un momento di transizione politica. Il Documento non formula infatti un nuovo quadro programmatico, bensì si limita alla descrizione dell’evoluzione del quadro economico finanziario, all’aggiornamento delle previsioni macro economiche per l’Italia. Il Def in questa versione”, ovvero con il solo quadro tendenziale, “risponde alla domanda: che cosa accadrebbe all’andamento dell’economia nazionale e delle finanze pubbliche se non venisse fatta una legge di Bilancio 2019?”. “In ogni caso, come già avvenuto negli anni scorsi, il rialzo dell’Iva può essere evitato, mediante futuri interventi legislativi, per esempio con la legge di Bilancio 2019”, ha sottolineato il ministro.
“Le misure protezionistiche recentemente introdotte dall’Amministrazione Trump rappresentano, allo stato attuale, il rischio piu’ significativo per le previsioni“, ha poi aggiunto Padoan. Considerando le possibili “ritorsioni, oltre che dalla Cina anche da altri Paesi”, il Ministro ha evidenziato la possibilita’ di “un forte rallentamento della crescita del commercio internazionale” e “l’impatto sulle filiere produttive potrebbe essere assai negativo, con ripercussioni su occupazione e inflazione nei Paesi europei”.
“L’Italia – sempre per il titolare dell’Economia – è comunque nelle condizioni per proseguire nell’irrobustimento strutturale della crescita, dell’aumento dell’occupazione, dell’inclusione sociale e nel rafforzamento delle finanze pubbliche e nella riduzione della pressione fiscale”.
Nel corso della sua relazione, Padoan ha detto che è vero che la crescita italiana è modesta, “da fanalino di coda, come spesso si dice”, ma ha sottolineato come sia “un problema di lungo periodo che ha radici strutturali” e anzi, nell’ultimo anno, il ritmo è stato superiore, anche in considerazione del fatto che “in questi anni abbiamo stimolato l’economia correggendo i conti”. Ha rivendicato poi come le iniziative di governo abbiano aiutato a recuperare un milione di posti di lavoro.
“E’ dal 2014 che l’economia italiana cresce ininterrottamente; la ripresa, dapprima debole, si è consolidata nel biennio 2015-2016, per acquistare slancio nel 2017 e nell’anno in corso. Nei primi tre mesi del 2018 il Pil è cresciuto per il 15esimo trimestre consecutivo”, ha concluso.