Dovrà solo adattare la sua celebre invettiva in “onore’ degli animaletti che grufolano indisturbati da tempo per le strade della Capitale, ma ormai Vittorio Sgarbi convinto imbocca la via del Campidoglio.
Il noto critico d’arte, deputato, opinionista televisivo, attualmente primo cittadino di Sutri, ma in passato anche di san Severino Marche e di Salemi, in Sicilia, fa sul serio.
E concretizza quella che nei mesi scorsi era sembrata una provocazione delle sue.
“Ridaremo a Roma la dignità di Capitale“, il suo progetto. Arte e cultura, e non potrebbe essere altrimenti, ma anche servizi e sicurezza.
La sua candidatura a sindaco di Roma ora è ufficiale.
Quando si andrà alle urne per le elezioni comunali ancora non si sa, ma Vittorio è già sulla strada.
E ci sta a modo suo. Alla testa del suo movimento, Rinascimento, e di altre liste pronte a sostenerlo, lancia la sfida all’attuale sindaco, Virginia Raggi, che ha deciso di riproporsi ai romani, non senza provocare mal di pancia pure tra i suoi.
Su quelli di molti cittadini sorvoliamo per carità cristiana.
E il critico d’arte ha deciso di battere sul tempo centrodestra e centrosinistra ancora al palo sul nome del candidato. Ogni tanto sfornano rispettivamente un nome più per accontentare i media che per convinzione, ormai si è capito. Del resto entrambi gli schieramenti sono in altre faccende affaccendati.
Azzuffatine per gli esponenti del centrodestra tra chi si è seduto al fianco di Mario Draghi al governo e chi vuole battagliare da fuori.
Un gran bel da fare per la compagine di centrosinistra con le nomine dei sottosegretari, assolutamente tutte in rosa stavolta, che Zingaretti non si azzardi a cedere alle richieste dei capi corrente, ai quali per tenerseli buoni e non incorrere nel congresso Pd ha consegnato le chiavi di tre ministeri.
Intanto Carlo Calenda, leader di Azione, già da tempo in lizza per il Campidoglio, non arretra di un millimetro, nonostante al Nazareno ci stiano provando in tutti i modi a tirarlo per la giacchetta.
Prima con la candidatura dell’ex premier, rifiutata dallo stesso Conte.
E poi con la proposta Gualtieri, svanita così, senza un vero perché.
Ma ora c’è anche Vittorio Umberto Antonio Maria Sgarbi, questo il nome completo del candidato sindaco all’anagrafe, che gli permetterà se non altro di occupare quasi tutta l’intera lista del suo movimento.
Come finirà la tornata elettorale?
Chi sarà il primo cittadino della Capitale?
Sgarbi riuscirà nel suo intento di cavalcare lo scontento popolare?
Le sue esternazioni “colorite” funzioneranno?
O destra e sinistra alla fine metteranno in pista due cavalli vincenti?
Lo sapremo a maggio o forse in autunno, se per l’emergenza Covid si decidesse di rinviare.
L’esito è incerto assai.
Difficile fare pronostici quando mancano ancora i concorrenti principali.
E a cercare bene neanche Nostradamus se l’è sentita di venirci in aiuto con una profezia in merito.
Sul prossimo inquilino del Campidoglio neanche una quartina.
Più facile azzeccare un Papa che il nome del primo cittadino di Roma nell’era Covid del dopo Raggi.
Lo aveva capito anche Nostradamus.