Dopo la tragedia accaduta a Palermo il 21 gennaio 2021, la morte di una bambina di dieci anni indotta – così sembrerebbe – all’autosoffocamento in una sfida sul social network Tik Tok, il Garante per la protezione dei dati personali ha accolto gli impegni del social del momento, volti a creare un ambiente di gioco più sicuro.
Tik Tok, sollecitata in tal senso dal Garante privacy, a partire da questa settimana introdurrà progressivamente speciali misure per bloccare l’accesso agli utenti minori di 13 anni, valutando allo stesso tempo l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale per la verifica dell’età. Inoltre, a supporto del nuovo cambio di passo, il social network cinese lancerà una campagna informativa per sensibilizzare genitori e figli sull’uso consapevole del web.
E’ quanto ha comunicato la stessa piattaforma di video sharing al Garante della protezione dei dati personali, dopoil provvedimento di blocco imposto nei giorni scorsi dall’Autorità guidata da Pasquale Stanzione.
Il cronoprogramma è già fissato: lo scorso 4 febbraio Tik Tok ha lanciato una campagna informativa rivolta a tutti gli utenti e alle loro famiglie. Sulla app, la società invierà notifiche push agli utenti prima di bloccarli, e li informerà sul requisito dell’inserimento dell’età. Questa misura è stata accompagnata anche dalla pubblicazione di banner contenenti le informazioni sugli strumenti di sicurezza e su come cambiare le impostazioni del profilo. Sul web e sulla carta stampata, invece, partirà oggi la campagna informativa da titolo “Se non ha l’età, i social possono attendere”, con l’intento di richiamare i genitori a svolgere un ruolo attivo di vigilanza e a prestare particolare attenzione al momento in cui verrà richiesto ai figli di indicare la loro età per accedere a Tik Tok (ma l’invito è anche quello, più generale, di verificare che i più piccoli abbiano l’età per iscriversi ai social).
Sempre oggi, in concomitanza con l’avvio delle celebrazioni della Giornata mondiale per la sicurezza in Rete, prenderanno il via le prescrizioni del Garante che ha chiesto a Tik Tok di bloccare tutti gli utenti italiani. Da lunedì scorso, infatti, tutti gli utenti della piattaforma hanno dovuto nuovamente indicare la data di nascita prima di continuare ad utilizzare la popolare applicazione. Una volta identificato un utente al di sotto dei 13 anni, il suo account verrà rimosso.
“La richiesta d’urgenza dell’Autorità Garante Privacy apre una strada molto importante rispetto al tema dei minori in rete di età inferiore ai 13 e che può essere letta come monito nei confronti di tutti quei social media che ancora non garantiscono livelli di sicurezza di privacy by design elevati e che non rispettano, in generale, pienamente la normativa privacy europea e italiana con impostazioni predefinite poco trasparenti e facilmente raggirabili dal minore al momento dell’iscrizione” ha dichiarato l’Avv. Francesca Bassa, esperta in tutela dei dati personali e social media, incontrataper l’occasione da LabParlamento.
“Senza scendere nel tecnico giuridico poiché la questione di specie – e quella di altri social verso i quali è stato aperto un fascicolo – è complessa” ha continuato l’Avv. Bassa, “è doveroso porre l’accento sulla questione sociale legata alla necessità urgente di iniziare ad erogare programmi di formazione e di sensibilizzazione all’uso consapevole dei social media a favore dei genitori, i quali – si può dire ingenuamente – non vigilano o se vigilano lo fanno senza conoscerne il funzionamento, trascinandosi dietro le conseguenze – anche gravi- derivate da un atteggiamento superficiale. Dunque, la sensazione è che ancora oggi, nonostante gli sforzi delle istituzioni, manchi da parte dell’adulto la percezione dei rischi del web, molto spesso infatti non si è nemmeno a conoscenza degli strumenti di ‘parental control’ messi in atto da alcuni social media. Un minore è prima di tutto un bambino e un bambino non può guidare in autostrada da solo.”
Ma contro i baby-furbetti è già pronto un successivo controllo: per identificare con ragionevole certezza gli utenti sotto i 13 anni che, con malizia, avranno dichiarato un’età superiore pur di continuare ad usare il video sharing. Successivamente a questa primo accertamento, la società si è impegnata a valutare ulteriormente l’uso di sistemi di intelligenza artificiale, così da individuare in maniera più accurata l’eventuale presenza di giovanissimi in rete. Tale soluzione, però, richiede un bilanciamento tra la necessità di accurate verifiche e il diritto alla protezione dei dati dei minori, tant’è che la società si è impegnata ad avviare con l’Autorità privacy dell’Irlanda (paese nel quale la piattaforma ha fissato il proprio stabilimento principale) una discussione sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale a fini di “age verification”.
Ma come se tutto ciò non bastasse, a seguito dell’intervento del Garante del 25 gennaio scorso Tik Tok ha anticipato l’introduzione direttamente nell’app di un pulsante che permette agli utenti di segnalare rapidamente e facilmente altri utenti che sembrano avere meno di 13 anni. Una segnalazione “di sospetto” che, una volta avviata, comporterà per la piattaforma l’avvio di idonee verifiche. A volte, anche le delazioni, hanno un cuore nobile.