Si intitola “Amazoniade. Un anno nel magazzino di passo Corese” ed è un long formpubblicato su internet (per accedere CLICCARE QUI) da venerdì 25 novembre, in coincidenza col Black Friday di Amazon e le azioni sindacali che spesso accompagnano l’iniziativa commerciale.
I testi e i video sono di Massimiliano Cacciotti, giornalista romano e firma di LabParlamento che nel 2020, rimasto disoccupato, ha trovato lavoro per un anno – un contratto da tre mesi seguito da tre rinnovi – come magazziniere nell’hub laziale. Le illustrazioni di Emanuele Giacopetti, operaio e illustratore genovese abituato a prestare la sua matita ai temi sociali: sul tema delle migrazioni il suo primo libro, “Il regno animale” (2015) e su Graphic News “La bolla di Ventimiglia” e il reportage collettivo “Do you remember Balkan Route?” (2016).
Si tratta di un lavoro originale anche nella forma adottata – ciascuno dei media utilizzati ci offre una prospettiva diversa da cui osservare il “sistema Amazon” – che, dunque, si presta a differenti modalità di lettura. C’è la possibilità di leggere i 20 capitoli scritti da Cacciotti direttamente sul web, introdotti e talvolta anche inframezzati dai disegni di Giacopetti e completati ciascuno dal relativo video, in cui la voce narrante dell’autore ci racconta i fatti accompagnandoli con immagini che sortiscono effetti spiazzanti e a volte comici.
L’autore, infatti, guarda al lavoro in Amazon con gli occhi di un vero lavoratore, ma allo stesso tempo conserva lo sguardo smaliziato del vecchio reporter abituato a scavare nei fatti e cercare le cause che li muovono e le contraddizioni nascoste. E, dunque, a interrogarsi di frequente: perché lui viene confermato, anche se non si ammazza per tenere i ritmi elevati che chiede l’azienda e, anzi, a un certo punto compie una sorta di esperimento sociale e rallenta, tanto da diventare il “guru” di un collega che invece a ribellarsi proprio non ci riesce. Forse perché lui ha passato i cinquant’anni e ormai all’azienda è chiaro che a diventare un blue badge, un dipendente diretto di Amazon a tempo determinato, neanche ci pensa? E perché un pacco spedito da una libreria tedesca e diretto a un acquirente tedesco transita per Passo Corese? È la globalizzazione?
Nel suo viaggio nel sistema Amazon, che presenta come una letteraria “discesa agli inferi” citando Pasolini e Dante, Cacciotti ci ricorda piuttosto il Montale de “I Limoni”, che nel management algoritmico apparentemente perfetto cerca “l’anello che non tiene”. Lo trova: nelle dispense dei corsi di formazione sbagliate, ma che non si possono correggere perché vengono redatte alla sede centrale, in Spagna, e le possono modificare solo lì.
Oppure quando c’è un calo di lavoro, e i carichi non vengono ridistribuiti uniformemente tra i magazzinieri, per cui c’è chi continua a lavorare come un pazzo e chi, invece, non fa nulla. Anomalie, come i dinosauri e i coccodrilli che ogni tanto fanno capolino nelle illustrazioni di Giacopetti, ma l’anomalia qui è rassicurante perché se c’è spazio per l’errore significa che l’algoritmo non ha preso definitivamente il sopravvento sull’umano.
Dopo Il podcast “Amazoniani! Lavoro, precarietà lotte dei lavoratori Amazon” (Spreaker, 2021), un assemblaggio di ritagli di stampa e dialoghi tratti dalle chat dei dipendenti dell’hub di Castelguglielmo” nella forma di un vecchio radiodramma radiofonico, con la regia di Daniela Giordano e le musiche di Dario Arcidiacono e “MappiAmazon” (2022), uno studio della rete di distribuzione del colosso di Seattle in Italia, con “Amazoniade” PuntoCritico, l’associazione che ne ha curato la pubblicazione, aggiunge il terzo tassello al suo progetto di ricerca “Amazon, la società del futuro?”.
L’azienda americana, infatti, ha plasmato il proprio modello di business pensando contestualmente anche a un modello sociale: “una società in cui ogni essere umano è un individuo che lavora, acquista, comunica col resto della società e, nel caso di Alexia, persino con gli elettrodomestici di casa propria, attraverso la rete e le aziende fornitrici di servizi online”, scrivono nel Manifesto del progetto i suoi autori. Se sarà davvero così, allora il viaggio dantesco di Cacciotti nei meandri del magazzino nel un piccolo centro della Sabina ci fornisce sicuramente alcuni elementi di riflessione utili a conoscere il nostro futuro.