“Sono oltre 20mila i carabinieri impiegati nei seggi per il voto di domenica prossima. In giornata si voterà per il referendum ma anche per il rinnovo di numerose amministrazioni locali. I carabinieri garantiranno, come sempre, la sicurezza nei seggi. Ma non è altrettanto sicuro che verrà garantito il diritto di voto per gli stessi. Se nel caso del referendum, il carabiniere potrà esprimere il suo voto anche se impiegato in un seggio diverso da quello di residenza, lo stesso non potrà essere fatto per l’elezione amministrativa”. Lo dichiara, in una nota, Antonio Tarallo, Segretario generale dell’Unione Sindacale Italiana Carabinieri.
“Per intenderci, non potrà votare per il sindaco della sua città. Sono in corso, infatti, spostamenti di carabinieri in sedi di servizio lontane rispetto a quelle di residenza e nelle quali sarà impossibile esercitare il diritto di voto per il rinnovo del consiglio comunale di appartenenza”.
“Ma non solo. I servizi di sicurezza per strada saranno pari al 20% in meno visto il dispiego di forze dell’ordine nei seggi. Chiediamo, quindi, l’intervento del Comandante Generale affinché vengano ristabiliti i diritti essenziali: quello dei carabinieri a poter esprimere liberamente il proprio voto e quello dei cittadini che non possono subire una diminuzione dei livelli minimi di sicurezza. E pensare che i carabinieri, in base alla legge 121/1981, concorrono nei servizi di ordine pubblico, ma appare evidente che con oltre 20.000 uomini il servizio lo svolgiamo principalmente noi! Il diritto al voto non è un esercizio che viene concesso ma riconosciuto dalla Costituzione Italiana”.
*Comunicato Stampa