Dalle 7 alle 23 gli elettori di 75 Comuni torneranno al voto per scegliere tra i candidati sindaco più votati il 10 giugno. Urne aperte in 14 capoluoghi di provincia e nel Municipio III di Roma. Ultimo atto della campagna permanente dei leader?
Dopo gli esiti del primo turno di due settimane fa, domenica 24 giugno le elezioni Amministrative torneranno a occupare la scena della politica. Dalle 7 alle 23, infatti, in 75 Comuni e nel Municipio III di Roma verranno riaperte le urne per i ballottaggi tra i candidati sindaci più votati che, il 10 giugno scorso, non erano riusciti a ottenere il 50% più uno dei voti.
La giornata di votazioni interesserà circa 2 milioni e 800 mila elettori, tra i quali quelli di 14 capoluoghi di provincia: Sondrio, Imperia, Massa, Pisa, Siena, Terni, Ancona, Viterbo, Teramo, Avellino, Brindisi, Messina, Ragusa e Siracusa. In 7 casi la sfida sarà tra esponenti riconducibili a centrodestra e centrosinistra, in 3 città si confronteranno aspiranti primi cittadini di centrodestra e liste civiche, mentre i candidati del Movimento 5 Stelle arrivati al secondo turno si misureranno in 2 Comuni con candidati del centrodestra e in una circostanza (Avellino) con avversari di centrosinistra.
Procedendo da Nord verso Sud, i ballottaggi più interessanti nei capoluoghi si terranno in primo luogo a Imperia, dove l’ex ministro Claudio Scajola cerca di riaffermare nella veste di candidato civico la posizione di ‘dominus’ del proprio territorio, sfidando in primis Forza Italia, e nelle località toscane (Pisa e Siena) un tempo roccaforti della sinistra e dove ora il Partito Democratico fatica a contenere l’avanzata del centrodestra a trazione leghista, tanto che nella città della Torre pendente si trova addirittura a dover inseguire l’ex consigliere di An Michele Conti e nella culla del Palio il ‘suo’ sindaco uscente Bruno Valentini è insidiato dall’avvocato Luigi De Mossi.
Altre sfide indicative si svolgeranno in Sicilia, regione che alle Politiche del 4 marzo aveva fatto registrare un plebiscito in favore dell’M5S, relegato da queste Amministrative al ruolo di comprimario con chance di vittoria nella sola Ragusa, già amministrata negli ultimi 5 anni dai pentastellati con Federico Piccitto (non ricandidatosi e rimpiazzato dal Movimento con Antonio Tringali), dopo l’esclusione dal secondo turno a Messina e Siracusa, nelle quali la competizione riguarderà i candidati di centrodestra Dino Bramanti e Paolo Reale e i civici Cateno De Luca e Francesco Italia, con questi ultimi chiamati a ribaltare le percentuali del 10 giugno.
Per quanto riguarda Roma, i cittadini del quadrante nord-est della Capitale saranno chiamati a scegliere se affidare la guida del Municipio III a Giovanni Caudo, ex assessore all’Urbanistica della Giunta di centrosinistra di Ignazio Marino, o a Francesco Bova, ex commissario di Polizia indicato dalla Lega e sostenuto anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il ritorno al voto nella circoscrizione è stato reso necessario dalla caduta (dovuta a faide interne alla maggioranza) nel mese di febbraio della Giunta municipale guidata da Roberta Capoccioni del Movimento 5 Stelle, che due settimane fa non è andata oltre il terzo posto, confermando l’attuale fase di appannamento dell’M5S romano. In tal senso, sarà da vedere se le ultime vicende relative all’inchiesta sullo stadio dell’As Roma incideranno sull’affluenza ai seggi.
L’impressione che si era ricavata dai risultati del primo turno su scala nazionale era stata quella di un centrodestra in forte avanzata, con la formazione di Matteo Salvini a fare da traino, con un centrosinistra in leggera ripresa rispetto alla disfatta delle Politiche e i pentastellati ancora una volta in difficoltà nel voto locale. Tra poco più di 48 ore questo quadro potrebbe essere confermato oppure modificato a favore di una o più forze politiche, ma ciò che si può affermare già oggi è che sarebbe auspicabile che con la chiusura delle urne per i ballottaggi finisca la campagna elettorale che dall’inizio dell’anno non si è in sostanza mai interrotta.
Con la nascita del Governo e l’avvio effettivo delle attività parlamentari dopo la formazione delle Commissioni, è arrivato il momento che i leader trascorrano più tempo nei Palazzi che nelle piazze.