Il centro-sinistra resiste ma non eccelle. E al ballottaggio rischia
di LabParlamento
Ritorno al bipolarismo, con il centro-sinistra che rincorre un centro-destra tornato in salute. Si potrebbe riassumere così, in estrema sintesi, il risultato di questo primo turno di elezioni amministrative.
Per il M5S, si tratta di una evidente battuta d’arresto, non riuscendo ad andare al ballottaggio in nessuna delle grandi città capoluogo. Soprattutto a Genova, la città di Grillo. E soffrendo per di più l’irridente vittoria dell’eretico, Pizzarotti, a Parma. Il Movimento è arrivato in chiara difficoltà a questo appuntamento delle urne. Ma proprio il motivo di questa difficoltà si rivela, ormai, il suo limite. M5S soffre quando cerca di scrollarsi di dosso le origini anti-sistema e prova ad accreditarsi come forza istituzionale nell’ottica di una vittoria politica definitiva, di un ruolo governativo. Dunque, in vista della fine della Legislatura, dovrà risolvere un problema non da poco. Altrimenti, rischia di rimanere vittima di se stesso. Se a questo aggiungiamo questioni irrisolte come la selezione della classe dirigente, la brutta prova della governance romana e un sistema di democrazia interna quantomeno aereo, ben si comprende come Grillo e soci dovranno rimboccarsi le maniche.
Il centro-sinistra edizione amministrative, ovvero unito per la gran parte anche con gli scissionisti, resiste ma non eccelle. E al ballottaggio rischia grosso se, come sembra dai flussi elettorali, i voti già persi fin qui dai Cinque Stelle si sono per lo più diretti al centro-destra. Quanto al centro-destra, a nostro avviso, finora è il vero vincitore della prova elettorale. Non soltanto è in testa nei principali capoluoghi ma sembra aver ritrovato coesione interna. In realtà, tra Lega Nord e Forza Italia non tutto è risolto però conviene, almeno per ora, far finta di nulla. Poi si vedrà.
Effetti di questo voto? Bisognerà aspettare i ballottaggi. E analizzare bene i voti ottenuti dai singoli partiti. Ma si può già dire che qualcosa potrebbe accadere. Per esempio, Renzi potrebbe approfittare delle difficoltà dei Cinque Stelle per tornare a forzare la mano sulle elezioni anticipate. Inoltre, è apparso chiaro che i collegi uninominali sarebbero il vero tallone d’Achille del Movimento, non potendo presentare candidati riconoscibili e affidabili per l’elettore. Resta invece confuso il futuro delle alleanze. Da una parte, il centro-destra rafforzato potrebbe riproporsi (Forza Italia) come unico interlocutore per la nuova scelta della legge elettorale e il dopo urne, in caso di assenza di premio di maggioranza. Dall’altra, è vero che il centro-sinistra quando è unito resta concorrenziale. Ma questo ritrovato bipolarismo è soltanto un avvenimento congiunturale legato alla particolarità della prova?
In ogni caso, come sempre accaduto fino ad oggi nella storia elettorale nazionale, le urne locali avranno un effetto inevitabile sugli equilibri politici nazionali. Tra due settimane se ne capirà di più.